In un fatto di cronaca come quello accaduto nella bergamasca ci sono sempre storie che si intrecciano. Come quella appunto di Ottavia e di Leonardo Sattin del Soccorso alpino di Verona, l’uomo che l’ha portata fuori dopo un anno.
Infatti nel 2023 Ottavia era rimasta di nuovo intrappolata nella stessa grotta di Bueno Fonteno. In quel caso dopo due giorni fu tirata su questa volta invece le operazioni sono state molto piĂą complesse a causa della profonditĂ a cui si trovava Ottavia.
“Dottore, noi ci conosciamo, mi ha detto appena ci siamo visti” – così ha raccontato alla stampa nazionale Leonardo che ha poi piegato come si è svolto il soccorso di Ottavia. Un soccorso appunto complesso anche perchè ci sono dei punti che sono molto particolari e nei quali bisogna procedere con cautela.
“Diceva “non ho fame e non ho sete”. Siamo riusciti a farle bere due sorsi d’acqua e farle mangiare un pezzettino di panino… Non bisognava comunque eccedere per evitare nausee che avrebbero potuto creare dei problemi” – così ha raccontato ancora il soccorritore parlando del salvataggio della speleologa.
“Ogni tanto chiedeva una pausa. Poi di notte è riuscita anche a dormire, un paio di volte per un paio d’ore. Era sveglia da sabato scorso” – racconta commosso ancora Leonardo Sattin. Una vicenda che anche per lui è stata molto particolare in quanto ha dovuto salvare per la seconda volta la stessa persona.
Ottavia ha riferito ai soccorritori che comunque non metterà più piede a Bueno Fonteno, non si sa se continuerà a fare la speleologa ma di sicuro posti pericolosi come l’abisso della bergamasca sono esclusi dalle sue avventure ed esplorazioni.