Orsa JJ4, l’annuncio del veterinario che l’ha catturata (2 / 2)

Roberto Guadagnini, il veterinario che si è occupato della cattura dell’orsa JJ4, responsabile dell’aggressione culminata con il decesso, del runner   Andrea Papi, è contrario al suo abbattimento e lo ha dichiarato senza mezzi termini,  ma prima ha ripercorso i momenti della cattura, quelli più dolorosi, quelli che sono un autentico colpo al cuore per tutti coloro che amano gli animali e che si battono affinché neanche un esemplare venga ucciso.

Questo il racconto di Guadagnini: “Era notte, JJ4 è entrata con due dei suoi tre cuccioli. Il tubo si è chiuso, da un buco abbiamo sparato un dardo per inoculare l’anestetico, un po’ come una cerbottana. Lei si è addormentata, abbiamo riaperto il tubo per far uscire i due cuccioli, che se ne sono andati. Poi ossigeno, flebo e già al Casteller”.

L’Ordine dei veterinari del Trentino ha invitato i colleghi a “non assumere alcuna iniziativa che possa provocare la morte del soggetto per eutanasia“. Guadagnini,  come riportato dal Corriere della Sera, è perfettamente d’accordo con il punto di vista dell’Ordine. Ha spiegato per quali motivi  non si può praticare l’eutanasia in un lungo ed esaustivo messaggio:  “Non si può praticare l’eutanasia perché si tratta di un’orsa in salute mentre l’eutanasia si fa quando l’orso è in sofferenza o ferito, incapace di alimentarsi, di vivere. E se non si può praticare il metodo meno cruento a maggior ragione non si dovrebbe usare un sistema diverso, come il colpo di fucile”, aggiungendo:  “È anziana ma si alimenta ed è in salute, fra un po’ inizierò a farle gli esami previsti dal protocollo” .

Il veterinario ritiene che l’orsa possa essere stata aggressiva  per svariati motivi ma soprattutto che possano esserci svariate soluzioni all’abbattimento, ossia alla misura più drastica.  Guadagnini ha spiegato: “Una cosa è certa: Jj4 non potrà più essere reimmessa in natura. O vivrà in un contesto controllato o verrà abbattuta” .

Alla fine,  ha sottolineato che la soluzione migliore sarebbe reimetterla in natura, chiosando: “Perché no? Saprebbe adattarsi al nuovo ambiente e potrebbe riprendere una vita normale”  Non è assolutamente vero, a suo dire, che ci sono  troppi orsi nell’area, dal momento che il piano prevedeva un ripopolamento di 40-60 esemplari.

“Il problema principale sono gli attraversamenti. L’Adige e l’autostrada tagliano verticalmente il Trentino in due e sono barriere insuperabili. Ci vorrebbe un ponte per farli passare. Ora potremmo traslocare le femmine, che sono più stanziali. Se ne portassimo due in Veneto, due in Lombardia, due in Piemonte e due in Friuli, poi i maschi troverebbero il modo di arrivare” , ha dichiarato a fine intervista.