Ornella Vanoni, le parole del nipote alla camera ardente (2 / 2)

Per l’ultimo saluto, la Milano del teatro si è stretta, compatta, attorno alla sua Signora. La camera ardente è stata allestita in uno dei luoghi più significativi per la cultura meneghina: il prestigioso Piccolo Teatro.

Davanti al feretro, la voce più commossa e lucida è stata quella del nipote, Matteo Ardenzi. Al di là di ogni successo professionale, ha ribadito Matteo, Ornella era prima di tutto una nonna e una madre.Come esempio, ha ricordato la sua straordinaria forza, l’ironia e la resilienza dimostrata in ogni circostanza.

Il giovane, che lavora nella comunicazione, ha confessato quanto fosse un punto fermo, incoraggiandolo sempre e definendolo il “bravo ragazzo con la schiena dritta”. Nonostante la grande sofferenza patita in estate – un periodo in cui si era mostrata eroica e restia a lamentarsi – Vanoni non aveva mai smesso di guardare avanti.

"Che cafonata". Bufera alla camera ardente di Ornella Vanoni dopo il gesto di Gino Paoli "Che cafonata". Bufera alla camera ardente di Ornella Vanoni dopo il gesto di Gino Paoli

Stando a quanto rivelato dal nipote, l’artista aveva ancora tanti progetti da concretizzare.Tra i desideri non realizzati, per esempio, c’era la volontà di scrivere un nuovo libro, dimostrando una bravura nell’uso della penna pari a quella del canto. Ad accompagnarla negli ultimi tempi, oltre ai nipoti Matteo e Camilla e al figlio Cristiano Ardenzi, la sua fedele assistente, Veronica, nota affettuosamente come la Sirenetta.

“Resterà un pezzettino di lei in ognuna di noi”, ha detto ieri Virginia Raffaele a Vanity Fair Stories, sul palco del Teatro Lirico di Milano. Una personalità che mancherà tantissimo a tutto il mondo non solo all’Italia la sua fama ha varcato infatti i confini internazionali nel corso degli anni essendo una artista apprezzata e amata.