
Per l’ultimo saluto, la Milano del teatro si è stretta, compatta, attorno alla sua Signora. La camera ardente è stata allestita in uno dei luoghi più significativi per la cultura meneghina: il prestigioso Piccolo Teatro.
Davanti al feretro, la voce più commossa e lucida è stata quella del nipote, Matteo Ardenzi. Al di là di ogni successo professionale, ha ribadito Matteo, Ornella era prima di tutto una nonna e una madre.Come esempio, ha ricordato la sua straordinaria forza, l’ironia e la resilienza dimostrata in ogni circostanza.
Il giovane, che lavora nella comunicazione, ha confessato quanto fosse un punto fermo, incoraggiandolo sempre e definendolo il “bravo ragazzo con la schiena dritta”. Nonostante la grande sofferenza patita in estate – un periodo in cui si era mostrata eroica e restia a lamentarsi – Vanoni non aveva mai smesso di guardare avanti.

Stando a quanto rivelato dal nipote, l’artista aveva ancora tanti progetti da concretizzare.Tra i desideri non realizzati, per esempio, c’era la volontà di scrivere un nuovo libro, dimostrando una bravura nell’uso della penna pari a quella del canto. Ad accompagnarla negli ultimi tempi, oltre ai nipoti Matteo e Camilla e al figlio Cristiano Ardenzi, la sua fedele assistente, Veronica, nota affettuosamente come la Sirenetta.
“Resterà un pezzettino di lei in ognuna di noi”, ha detto ieri Virginia Raffaele a Vanity Fair Stories, sul palco del Teatro Lirico di Milano. Una personalità che mancherà tantissimo a tutto il mondo non solo all’Italia la sua fama ha varcato infatti i confini internazionali nel corso degli anni essendo una artista apprezzata e amata.