Ornella Vanoni continua ad affascinare e ad ispirare i cantanti di tutto il mondo. In tanti hanno provato ad imitarla ma è praticamente impossibile, trattandosi di un’artista davvero eccezionale, nella sua unicità. Pochi giorni fa, ha dichiarato apertamente che non parteciperà al Festival di Sanremo, sentendosi a disagio ma che, da ospite della kermesse, avrebbe volentieri duettato con Damiano dei Maneskin, ma senza il gruppo.
Ornella Vanoni ha rilasciato un’intervista a tutto tondo al Corriere della Sera che, in un punto, in particolare, ha commosso fortemente i lettori. Un’artista che ha ammesso d’essere nata ricca e annoiata; malinconica, desiderosa di poter giocare con gli altri bambini per strada, senza che venissero imposte privazioni da parte dei genitori.
Descrive sua madre e suo padre come due persone borghesi. Suo padre le faceva tenerezza, era depresso. Ornella è una donna che non ha paura di descrivere i preconcetti della borghesia nei confronti del teatro, visto come qualcosa di peccaminoso, così come il rapporto con uno suo grande protagonista, Giorgio Strehler, sposato.
Un’intervista davvero lunga, in cui la Vanoni parla del suo concetto di amicizia, basato sulla condivisione di gioie e insuccessi; per poi tuonare: “Non trovo giusto che Milano non mi riconosca nulla. A Carnevale in città sfilano tre maschere: quella di Berlusconi, del cardinal Martini e la mia. Dovrò rappresentare o no qualcosa per la città?”.
Al che, il giornalista le ha chiesto che cosa desidererebbe. E lei ha risposto: “Da morta daranno il mio nome a una via: non mi interessa. Vorrei occuparmi da viva di un teatro, come Renato Pozzetto, che è coinvolto nel Lirico. Oppure occuparmi delle carceri: a Bollate c’è un gruppo di detenuti che vorrebbe cantare”. Una frase che ha raggelato i suoi fan che no riescono ad immaginare quel giorno in cui lei non ci sarà più.