
Dopo 11 ore , sepolto sotto le macerie del crollo, Octav Stroici, 66 anni, è stato estratto dai vigili del fuoco e trasportato all’Umberto I in una corsa contro il tempo per provare a sottrarlo al suo triste destino che, alla fine, ha avuto la meglio, portandoselo via, dopo averlo colpito mentre esercitava il suo lavoro.
Nella sala d’attesa dell’ospedale, la figlia Alina Stroici ha fatto capire che il padre Octav, nato a Suceava, nel nord della Romania, ma forgiato da una vita di lavoro dura e onesta in Italia,  è sempre stato un uomo tenace, pieno di grinta e che avrebbe fatto di tutto per farcela, conoscendolo.
La moglie, Marianna, seduta accanto a lei, quando i soccorritori hanno provato a smorzare la tensione, dicendo:  “Vedrai che vi farete tutti una bella bevuta insieme”, è stata perentoria, dichiarando: “Lui non beve alcol, non ha mai bevuto alcol. Per lui c’è solo il lavoro, ma adesso basta. Gli mancava un solo anno alla pensione, avrebbe potuto mettersi in disoccupazione, ma noi non siamo persone che fanno certe cose. Ora deve ascoltarmi. L’importante è che si riprenda. Il mio amore sta lottando, lo so”.

Octav è deceduto, purtroppo,  qualche minuto dopo la mezzanotte, dopo una vita di fatiche, spesa per no far mancare mai nulla alla sua famiglia, dedito al lavoro, amato da tutti.
Nonostante la sua tenacia e l’impegno disperato dei sanitari, la condizione gravissima dell’operaio ha purtroppo condotto alla risoluzione più tragica. Octav Stroici, un uomo tranquillo e squisito, come lo ricordano i colleghi, non ha potuto godersi quel traguardo sognato per decenni. Una vita spezzata, a un solo anno di distanza dal sacrosanto riposo della pensione.