Omar ci lascia a soli 23 anni, la famiglia accusa: "Voleva solo difendere il fratellino" (2 / 2)

Omar ha  solo difeso suo fratello minore e suo cugino. Adesso non c’è più, ha salvato diverse vite grazie all’espianto dei suoi organi. E noi vogliamo giustizia”. Queste sono state le parole di Michelle Sala, la cugina del 23enne  Omar Bassi, che è deceduto nel  reparto di terapia intensiva di Reggio Calabria  pochi giorni fa, il  5 agosto per un’emorragia cerebrale.  La sua storia, però, è molto più complessa di quanto si pensi ed è stata ripercorsa grazie alle testimonianze di chi l’ha vissuta sulla propria pelle.

I familiari sono convinti che il decesso di Omar  sia legato al  pestaggio avvenuto il 20 luglio in una discoteca di Origgio, in provincia di Varese.  Quella sera, i  cugini e gli amici del 23enne, tra cui la cugina Michelle, Thomas, il fratello minore di Omar, e la sorella,  si erano ritrovati, tutti assieme, per una festa di compleanno. Da un “Cosa guardi?”,  i buttafuori, forse pensando che Thomas,  fratellino di Omar,  fosse coinvolto in una lite,   divampata al tavolo vicino,  gli tirato due pugni, facendogli perdere i sensi davanti  ad amici e familiari.  Un altro buttafuori è stato chiamato dal cugino sul posto per cercare di calmare le acque ma la cosa è peggiorata e  Omar allora ha dato un pugno al buttafuori.

Altri buttafuori sono sopraggiunti, riempendo Omar di  calci e pugni in testa, in faccia, nei fianchi.  E’ stato il padre di Omar a trasportare il figlio, in auto il figlio,  in ospedale,  dove è rimasto in attesa di essere visitato per due ore dal pronto soccorso, per poi rinunciare.

Lamentando mal di testa forte e nausea,  due giorni dopo il 23enne è tornato in ospedale per sottoporsi ad una Tac encefalo, senza che l’esame facesse emergere nulla di preoccupante. I medici hanno solo raccomandato di assumere antidolorifici al bisogno, invitandolo a tornare in nosocomio semmai si fossero presentati mal di testa e vertigini. Col passare dei giorni, la madre ha notato che Omar aveva lo sguardo perso nel vuoto, cercando di tranquillizzarsi.  Il 2 agosto, i  Bassi sono partiti in auto alla volta di  Bianco, in Calabria, dove hanno affittato una casa per le vacanze.  Il 4 agosto verso le 20.30,  Omar,  dopo essersi docciato, ha iniziato ad accusare  un mal di testa lancinante, perdendo la sensibilità al braccio, per poi cadere a terra senza riprendersi più.

Caricato sull’elisoccorso e trasportato all’ospedale di Reggio Calabria,  Omar viene sottoposto a Tac  con contrasto che  evidenzia un’emorragia celebrale in corso.  In poco tempo, viene dichiarato il decesso cerebrale, sino a quando, il 5 agosto, il suo cuore si ferma e, per volere del giovane, si procede alla donazione dei suoi organi. Il legale della famiglia Bassi, Giuseppe Capobianco, ha consigliato  di  nominare un perito di parte per assistere all’esame autoptico, per poi riportare  Omar a casa. “Su questa storia vogliamo giustizia, arrivare fino in fondo“, ha chiosato.