La novità si chiama fringe benefit. Parliamo di una forma di bonus non tassato che un’azienda può erogare e che diventa una sorta di mensilità in più per i dipendenti delle imprese private. Nel nuovo decreto Aiuti quater, presentato ieri dal governo Meloni, è prevista una nuova norma che alza ulteriormente la soglia dei fringe benefit che un dipendente può ricevere. La precedente soglia di 600 euro stabilita con il decreto Aiuti bis, approvato dal governo Draghi e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 9 agosto, è sta innalzata a 3 mila euro.
E’ questo l’importo dei premi esentasse che i dipendenti privati potranno ricevere dai loro datori per fronteggiare le spese delle bollette. La ministra del Lavoro Marina Calderone, nel commentare questa nuova norma, ha dichiarato: “Questo consentirà entro il 31 di dicembre ai datori di lavoro di poter intervenire per poter sostenere lavoratori e lavoratrice attribuendo loro delle somme a ristoro delle spese per l’energia e altre utenze domestiche”.
“Questo consente di sostenere anche le integrazioni alle tredicesime mensilità che possono aiutare concretamente le famiglie“, ha aggiunto la ministra. Innalzando la soglia a 3mila euro fino al 31 dicembre 2022, il governo permette alle aziende di distribuire una quantità di denaro che si avvicina a una o più mensilità aggiuntive per i dipendenti, che potrà essere dedicata interamente al pagamento delle utenze domestiche (acqua, gas, luce). Il fringe benefit è una sorta di bonus che può essere erogato solo dalle aziende del settore privato e può essere ricevuto anche da coloro che hanno un reddito assimilato a quello del lavoro dipendente. Non viene tassato né per le aziende, che lo deducono dal proprio reddito imponibile, né per i dipendenti.
Con i 3mila euro di fringe benefit si possono pagare non soltanto le bollette domestiche, ma anche le utenze per uso domestico intestate al condominio (ad esempio quelle idriche o di riscaldamento), e quelle per cui, pur essendo le utenze intestate al proprietario dell’immobile (locatore), nel contratto di locazione è prevista espressamente una forma di addebito analitico e non forfettario a carico del lavoratore (locatario) o del proprio coniuge e familiari.
Partendo dal presupposto che le aziende non sono obbligate ad erogare il fringe benefit, se il datore di lavoro sceglie di farlo, deve avere tra le mani le fatture delle bollette che il dipendente deve pagare o l’autocertificazione in cui è riportato il numero di utenza, l’importo pagat6o, le modalità di pagamento e la data. Il fringe benefit può essere erogato da un solo datore di lavoro. Sarà quest’ultimo a doversi assicurare, richiedendo una dichiarazione al suo dipendente, che il bonus non sia stato chiesto anche ad altri.