Nuovi casi di influenza aviaria trasmessi all’uomo: quali sintomi hanno avuto (2 / 2)

Negli Stati Uniti è stato rilevato un altro caso di  influenza aviaria H5N1 nel nord del Michigan, negli Usa.  E’ stato colpito un addetto di un’azienda casearia  che ha avuto problemi oculari.   Il secondo caso umano di influenza aviaria ad alta patogenicità è legato all’epidemia che ha colpito le vacche da latte in diversi stati degli Usa.

Al lavoratore hanno prelevato due campioni di materiale biologico, uno nasale e l’altro oculare ed è proprio nel secondo, inviato al Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) per essere analizzato, ad essere  risultato positivo all’influenza aviaria.

Ovviamente ci si chiede quale sia il rischio di contrarre l’H5N1 e per fortuna esso è considerato  “basso per la popolazione generale“ sebbene alcuni individui siano più esposti al pericolo ci contrarre l’influenza avaria. Si tratta di coloro che per lavoro o per abitudine  si espongono a volatili e animali infetti, bestiame compreso.

Gli ambienti contaminati da uccelli o altri animali infetti sono dei focolai per contrarre l’influenza aviaria e purtroppo, dato che nel latte crudo delle mucche infette si trovato degli elevati livelli virali, il pericolo che possano esserci altri casi umani c’è.

Oltre agli Stati Uniti, anche in Australia è stato segnalato il primo caso umano di influenza aviaria H5N1, che ha colpito un  bambino che ha contratto il virus in India,  sviluppando l’infezione di ritorno dal viaggio. Questo è stato diramato all’interno di una nota del Dipartimento della Salute dello Stato di Victoria, dove si trova il paziente. Il piccolo aveva sviluppato “una grave infezione”, ma adesso “non sta più male e si è ripreso completamente”. I funzionari sanitari fanno sapere che è “la prima volta che l’H5N1 viene rilevato in Australia, in una persona o in un animale”.