Papa Francesco ha dato il suo ok ad decreto, secondo il quale il Dicastero vaticano per il Clero introduce nuove regole per le offerte legate alle messe con intenzioni particolari e ai sacramenti. Il provvedimento entrerà in vigore proprio Domenica di Pasqua e ha degli obiettivi ben precisi, in particolare quello di eliminare delle prassi che, abusivamente, si sono verificate in alcuni luoghi.
Il decreto precisa che tutti i sacramenti, dal battesimo al matrimonio, passando per le prime comunioni, devono essere svolti, senza che i sacerdoti chiedano nulla di più rispetto a ciò che è stabilito dall’autorità ecclesiastica competente.
Sono i fedeli, a loro libera discrezione, a stabilire se fare o meno offerte, nel rispetto del principio secondo cui “i più bisognosi non devono mai essere privati dell’aiuto dei sacramenti a motivo della povertà”. Questo è un passaggio cruciale del nuovo decreto, il quale mette nero su bianco quello che il nostro amatissimo Papa Francesco ha già detto abbondantemente nell’ Evangelii Gaudium.
Le parole dure, forti, commoventi, del Pontefice, sono queste: “La Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”. Per quanto concerne le messe richieste con intenzioni particolari, tipo quelle in suffragio di defunti, il Vaticano chiede che non vengano celebrate messe con più intenzioni cumulative, se possibile.
Quando questo non è possibile, ossia in condizioni di carenza di sacerdoti se le richieste sono tante, sarà consentito cumulare più offerte in una sola Messa, solo a patto che tutti gli offerenti siano stati informati in modo chiaro e abbiano dato il loro consenso esplicito. E non è tutto: il decreto dice no a quell’ elenco di decine di nomi di defunti in una sola celebrazione, con il risultato di rendere eccessivamente lunga la liturgia e compromettere il senso della messa stessa.