"Non è stata la tromba d’aria" Naufragio Bayesian, cosa esce fuori (2 / 2)

Negli ultimi giorni, il naufragio della nave Bayesian, avvenuto il 19 agosto 2024 al largo delle coste siciliane, ha dominato le cronache. La grande imbarcazione di oltre 50 metri è affondata durante una notte di forte maltempo, suscitando interrogativi riguardo alla causa esatta della tragedia.

Le condizioni meteorologiche erano caratterizzate da un intenso temporale, che si è sviluppato a causa dei contrasti tra l’aria fresca in quota e il caldo dell’anticiclone africano. Il temporale ha portato a forti raffiche di vento, e i dati radar e satellitari suggeriscono che potrebbe trattarsi di una supercella, una particolare formazione temporalesca.

Le indagini meteorologiche indicano che, nonostante le prime ipotesi di una tromba d’aria, è più probabile che il naufragio sia stato causato da un downburst. Questo fenomeno, caratterizzato da venti discensionali violenti che colpiscono il suolo e si espandono orizzontalmente, può produrre raffiche superiori ai 100 km/h e causare danni estesi, contrariamente alla tromba d’aria, che è più localizzata e di breve durata.

Il costruttore della nave, Giovanni Cosentino, ha criticato la gestione di quei momenti concitati, sostenendo che l’equipaggio non era stato adeguatamente informato delle condizioni meteorologiche avverse. Cosentino ha accusato la nave di non essere preparata per una tempesta che era, secondo lui, prevedibile.

Infine, ha inoltre sollevato dubbi sul fatto che nessun pescatore, che normalmente controlla le condizioni meteo, fosse fuori quella notte, suggerendo che le informazioni meteorologiche erano disponibili ma non adeguatamente utilizzate. In sintesi, il naufragio della Bayesian sembra essere il risultato di condizioni meteorologiche estreme, e il dibattito si concentra ora su come tali condizioni sono state gestite e previste, con accuse di negligenza che emergono nella discussione pubblica.