
Il Norovirus Kawasaki, rilevato per la prima volta nel 2014 in Giappone ma di origine cinese, è attualmente sotto osservazione a causa di un’insolita diffusione registrata in Europa e negli Stati Uniti, in particolare del ceppo GII.17. L’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) ha segnalato un aumento delle infezioni con oltre 2.600 casi in ottobre, molto al di sopra della media attesa di circa 1.100, il che ha destato preoccupazione per il rischio di nuovi focolai di gastroenterite.
Il GII.17 Kawasaki è caratterizzato da una struttura specifica che facilita l’attacco alle cellule ospiti, rendendo la sua diffusione potenzialmente più rapida rispetto ad altri ceppi. Il Norovirus, conosciuto anche come “malattia del vomito invernale,” provoca sintomi come diarrea, vomito, febbre e disidratazione, che possono diventare pericolosi per bambini, anziani e persone con fragilità .
La trasmissione del virus avviene tramite contatto diretto tra persone, consumo di cibi o acqua contaminati, e attraverso superfici infette. Focolai di GII.17 sono stati registrati in diversi paesi tra il 2023 e il 2024, inclusi Regno Unito, Austria, Francia e Paesi Bassi, oltre che negli Stati Uniti. Anche in Italia si sono verificati casi, come un focolaio in una scuola elementare a Bologna e alcuni casi tra escursionisti in Trentino e nelle regioni Lombardia e Veneto.

Non esistendo un vaccino contro il Norovirus, la prevenzione si basa su misure igieniche rigorose: lavarsi frequentemente le mani, disinfettare superfici e materiali, evitare contatti con cibi in stato di indisposizione e consumare solo alimenti di origine controllata. Anche una bassa carica virale può innescare l’infezione, rendendo la diffusione del virus particolarmente insidiosa.
Secondo l’esperto Matteo Bassetti, nonostante la contagiosità elevata, il Norovirus non presenta gravi complicazioni per la maggior parte dei pazienti. Tuttavia, il numero di contagi elevato può portare a un maggior rischio di complicanze per individui vulnerabili.