Nino D’Angelo, il messaggio per il 14enne deceduto: "Scusa Paolo se ti hanno dato il mio nome" (2 / 2)

Il triste caso di Paolo, il 14enne che nei giorni scorsi si è tolto la vita a Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina, continua a scuotere opinione pubblica e istituzioni. Tra i tanti messaggi di cordoglio, ha colpito quello del cantautore Nino D’Angelo, che sui social ha espresso tutta la sua impotenza di fronte a un simile episodio.

Come si può trovare una spiegazione? Io mi sento piccolo e senza risposte. Che solitudine deve aver provato questo ragazzo per compiere un gesto così estremo? Perdonaci Paolo se non siamo riusciti a starti accanto e scusami se ti hanno preso di mira anche per il mio nome“, ha detto il cantante.

I compagni lo deridevano soprattutto per i capelli lunghi, accostandolo ironicamente al cantante napoletano. La procura di Cassino ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di istigazione togliersi la vita, mentre il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha disposto verifiche negli istituti che il ragazzo frequentava. Il padre di Paolo, intervistato dal Corriere della Sera, ha raccontato che il figlio era uno studente capace, con voti tra il sette e l’otto, seppur rimandato in matematica.

Scuole chiuse, firmata l’ordinanza: la decisione ufficiale è appena arrivata Scuole chiuse, firmata l’ordinanza: la decisione ufficiale è appena arrivata

Negli ultimi tempi però avrebbe manifestato un crescente malessere, tanto da ripetere spesso “Scuola di m…». “Professori e vicepreside erano a conoscenza dei comportamenti ostili – ha aggiunto – ma non è stato fatto nulla per fermarli”. Versione opposta quella della preside dell’Istituto Pacinotti di Fondi, Gina Antonetti, che respinge ogni accusa.

Secondo la dirigente, Paolo frequentava lo sportello di supporto psicologico, ma non erano emersi segnali tali da far scattare procedure di emergenza. La scuola, ha ribadito, non aveva ricevuto segnalazioni formali né richieste di incontri da parte della famiglia. Alle sue parole ha replicato il fratello maggiore di Paolo, ricordando come nella sede distaccata frequentata dal ragazzo circolassero chat e discussioni che documentavano gli episodi subiti dal fratello.