Nicolò ci lascia a soli 2 anni, la scoperta nel piatto di pasta (2 / 2)

Nicolò Feltrin, un tenero bambino di appena due anni originario di Longarone, in provincia di Belluno, ha incontrato un brutto  destino il 28 luglio dell’anno scorso. La sua vita si è spezzata in modo sconvolgente dopo aver consumato pasta al ragù, un piatto comune trasformatosi in un veleno. Gli esami hanno rivelato che il cibo conteneva una sostanza stupefacente, portando così alla luce una realtà agghiacciante. Inizialmente, Diego Feltrin, padre di Nicolò e un uomo di 43 anni, aveva fornito una spiegazione diversa agli operatori sanitari, sostenendo che il figlio avesse ingerito qualcosa trovato a terra nel parco. Tuttavia, le indagini hanno disvelato una verità ben più oscura. Il rapporto dell’anatomopatologo Antonello Cirnelli ha evidenziato che il consumo di sostanze illegali da parte del piccolo non era un evento isolato, ma piuttosto una pratica ripetuta.

L’ipotesi più inquietante suggerisce che Nicolò venisse regolarmente esposto a sostanze stupefacenti per calmarlo e favorirne il sonno. Diego Feltrin si trova ora al centro delle accuse, con la Procura che lo imputa di di spaccio di sostanze illegali a minori. Secondo le ricostruzioni, avrebbe deliberatamente mescolato   sostanze stupefacenti  nel cibo del figlio per tranquillizzarlo e indurlo al sonno.

Le indagini hanno inoltre rivelato che il piccolo Nicolò era stato esposto a un cocktail letale di sostanze  nei giorni precedenti al suo decesso. Una combinazione  persino per un adulto, figuriamoci per un bambino non ancora treenne. La dipartita di Nicolò è stata classificata come “intossicazione acuta da sostanza psicotropa a seguito di ingestione di una sostanza illegale”. Nonostante l’atto disperato di Diego di portare il figlio in ospedale e la falsa dichiarazione sulla causa dell’ingestione, i livelli elevati di sostanze illegali lo rendevano, purtroppo, già al di là di ogni possibile soccorso.

Le ricerche condotte nell’abitazione dei Feltrin hanno svelato un quadro ancora più allarmante: involucri di sostanze stupefacenti nella camera da letto dei genitori, residui in cucina, e addirittura una piccola quantità di sostanze stupefacenti  nella stanza di Nicolò. Nonostante ciò, la madre non è stata accusata, ritenuta  insieme ai nonni materni di Nicolò. In questo scenario di sconcertante tristezza, l’inchiesta prende una svolta cruciale.

L’avvocato di Feltrin, Massimiliano Xaiz, ha nominato un consulente per la difesa. Il caso è senza precedenti: la dipartita di un bambino così giovane per assunzione di cannabis. Cirnelli ha impiegato quasi un anno per completare la sua analisi e presentare i risultati. La difesa di Diego si sta orientando verso una richiesta di patteggiamento a 24 mesi con pena sospesa, che, se accettata, potrebbe evitare a Feltrin qualsiasi detenzione.