L’oncologo Paolo Sammartino, esperto in citoriduzione e chemioipertermia al Policlinico Umberto I di Roma, ha commentato la scelta della modella Bianca Balti di ritardare l’intervento di rimozione delle ovaie nonostante fosse portatrice della mutazione BRCA.
Sammartino ha sottolineato che procrastinare tale intervento, in presenza di questa mutazione, non è una scelta prudente, sebbene sia comprensibile il timore per gli effetti collaterali della menopausa indotta. Le donne giovani in premenopausa spesso temono i disturbi associati alla menopausa chirurgica, come secchezza vaginale, dolore durante i rapporti sessuali e calo della libido.
Tuttavia, tali sintomi possono essere gestiti con terapie ormonali di supporto, soprattutto se la paziente ha già effettuato una mastectomia profilattica. È fondamentale fornire un’adeguata informazione preoperatoria e un supporto psicologico per limitare l’impatto negativo sulla qualità della vita.
Sammartino ha evidenziato che il carcinoma ovarico si manifesta nel 75% dei casi in stadi avanzati, rendendo spesso inutili le ricerche di sintomi precoci. Per le donne a rischio, è cruciale un monitoraggio regolare attraverso visite ginecologiche ed ecografie annuali. Inoltre, sempre secondo il noto oncologo, è da evitare soprattutto una cosa: “Da chirurgo specializzato nelle neoplasie a diffusione peritoneale devo dire che a mio avviso il più frequente errore che si commette in queste forme, già così diffuse dall’inizio, è quello di operare immediatamente”.
Per il dottor Sammartino, la chemioterapia neoadiuvante, somministrata prima dell’intervento chirurgico, rappresenta un’opzione terapeutica efficace per ridurre significativamente la massa in molti casi di neoplasia. Questo approccio rende l’intervento chirurgico successivo più sicuro e radicale.
Inoltre, nel 20% dei casi, l’esame istologico condotto sui tessuti asportati non rileva più tracce della patologia, indicando una completa risposta patologica al trattamento preoperatorio. L’approccio preventivo e personalizzato rimane il metodo più efficace per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita delle donne portatrici di mutazioni BRCA, riducendo il rischio di sviluppare tumori maligni ovarici o mammari.