Negli ultimi anni risultano in costante crescita i casi di neoplasia al seno. Numeri preoccupanti, che stanno mettendo in allarme gli esperti. L’AIOM ha anche lanciato una campagna per favorire la prevenzione della neoplasia al seno, concentrandosi sull’importanza dell’autopalpazione e della mammografia.
L’autopalpazione, praticata ogni mese, può contribuire alla diagnosi precoce, mentre lo screening mammografico è fondamentale per individuare la malattia nelle fasi iniziali, quando le possibilità di guarigione sono molto alte. Sebbene i decessi siano invece in diminuzione, i casi registrati continuano a lievitare in modo preoccupante. Per quale motivo?
Gli esperti hanno constatato che circa un quarto dei casi di neoplasia al seno (23%) è causato da fattori di rischio evitabili, come fumo, sovrappeso, alcol e sedentarietà. Il consumo eccessivo di alcol, in particolare, è responsabile dell’11% dei nuovi casi, circa 6.000 ogni anno in Italia. L’alcol ha un effetto più dannoso nelle donne, poiché il loro organismo ha una minore capacità di metabolizzare l’etanolo.
Inoltre, l’alcol stimola l’azione degli estrogeni, che favoriscono la crescita delle neoplasie al seno. “Servono azioni mirate per migliorare il livello di consapevolezza della popolazione femminile sui gravi danni del consumo eccessivo di questa sostanza”, afferma il Presidente Saverio Cinieri. Quando l’alcol si associa ad altri fattori di rischio, come il fumo, il rischio di sviluppare la patologia aumenta notevolmente. In Italia, il 36,9% delle donne è sedentario, il 26,8% è in sovrappeso e l’11,1% obeso, comportamenti che aumentano il rischio non solo per la neoplasia al seno, ma anche per altre patologie gravi, come quelle cardiovascolari e metaboliche.
L’AIOM, attraverso una campagna di sensibilizzazione, mira a educare le donne sui rischi dell’abuso di alcol e sull’importanza di stili di vita sani, che possono ridurre l’incidenza e il numero di decessi causato dal carcinoma mammario. Inoltre, uno studio ha dimostrato che l’adozione di stili di vita sani prima, durante e dopo il trattamento può ridurre significativamente il rischio di recidiva. L’Italia ha fatto enormi progressi nella ricerca e nel trattamento della neoplasia al seno, con una sopravvivenza a 5 anni che è passata dal 30% al 90% in cinquant’anni.