Per mesi ha ignorato segnali che sembravano innocui: dolori addominali ricorrenti, sudorazione notturna, spossatezza costante. Krystal Maeyke, 39 anni, madre australiana residente a Yulara, attribuiva tutto a un’intolleranza o allo stress. Sportiva, senza familiarità per neoplasie e abituata a uno stile di vita sano, mai avrebbe pensato che dietro quei sintomi si nascondesse una neoplasia intestinale al quarto stadio, ormai esteso a fegato, ovaie e addome.
Il dolore è diventato insopportabile durante una giornata qualsiasi. È servito un trasporto d’urgenza in elicottero per raggiungere l’ospedale di Alice Springs, a 450 chilometri di distanza. Lì, gli esami hanno portato alla gravissima diagnosi: neoplasia avanzata e incurabile. “È ovunque”, le ha detto il medico svegliandola nel cuore della notte.
Krystal ha scoperto di avere solo pochi mesi di vita. Ora spera in una cura sperimentale e ha deciso di raccontare la sua storia pubblicamente. I sintomi iniziali erano troppo comuni per far pensare al peggio. “Credevo fosse solo stanchezza”, racconta. E invece quella sottovalutazione ha permesso alla patologia di avanzare silenziosamente.
Oggi, la sua priorità è sensibilizzare altri giovani attraverso TikTok, raccontando il proprio calvario e incoraggiando tutti ad ascoltare il proprio corpo. Il dolore più grande, ammette, non è fisico: è l’idea di lasciare Maison, suo figlio di 12 anni. La storia di Krystal si inserisce in un contesto allarmante: secondo recenti studi, i tumori al colon sono in forte aumento tra gli under 50.
Nel Regno Unito le diagnosi crescono del 3,6% l’anno, negli Stati Uniti del 2%. Anche chi conduce una vita sana non è immune. Oltre ai noti fattori di rischio, come l’obesità, ora si indagano anche il ruolo dell’inquinamento, delle microplastiche e della dieta moderna. La sua vicenda è un appello forte: anche i sintomi più banali meritano attenzione.