Neonato deceduto in culla, arriva la svolta nelle indagini (2 / 2)

 Dopo diversi giorni di duro ed incessante lavoro, gli inquirenti sono giunti ad una svolta sul caso   del neonato trovato senza vita lo scorso 2 gennaio nella culla termica della parrocchia di San Giovanni Battista di Bari e si tratta di una svolta davvero clamorosa, come avrete modo di vedere.  

La Procura ha infatti iscritto nel registro degli indagati il parroco don Antonio Ruccia e il tecnico che si è occupato nelle scorse settimane della manutenzione della culletta,  con l’ipotesi di omicidio colposo. Se fino a pochi giorni fa, si parlava di reato di abbandono di minori a carico di ignoti, ora gli inquirenti hanno un’opinione diversa. 

Ma ripercorriamo prima questa sconcertante storia.  Roberto Savarese,  titolare di un’agenzia funebre, la mattina del 2 gennaio, intorno alle  9.30, si trovava in parrocchia   per un funerale ed è stato proprio  lui a rinvenire il corpicino senza vita.  Da allora in poi sono scattate le indagini.

Va precisato, che quella culla termica ha permesso di salvare, nel 2020 e nel 2023, due bebè mentre  intorno alla metà di dicembre 2024, dei  piccoli  blackout in parrocchia,  avevano richiesto l’intervento del  tecnico oggi indagato. Il parroco, sin dall’inizio, ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna chiamata come invece successo nelle precedenti due occasioni.

Quando   un neonato viene deposto nella culla, in automatico parte la telefonata al cellulare del prete, che,  in questo caso, a detta del prelato, che si trovava a Roma, non sarebbe mai arrivata. Ora sarà  l’autopsia, rimessa al l professor Biagio Solarino dell’istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, a  raccontarci cosa è accaduto al piccolo.