Neonati sepolti vivi, Chiara Petrolini in aula: la richiesta choc (2 / 2)

Il caso dei due neonati sepolti vivi, oggi,  ha visto la sua prima udienza, in quanto il processo  ha preso il via contro Chiara Petrolini,  che dovrà rispondere del duplice delitto dei suoi due figlioletti, partoriti e poi occultati nel giardino della villetta della famiglia. Ora la  difesa della studentessa 21enne ha chiesto la perizia psichiatrica… richiesta che sta facendo tanto discutere.  

A comunicarlo alla stampa è stato l’avvocato Nicola Tria, nella prima udienza del processo in Corte di assise,  precisando che attorno alla o condizione psichica della sua assistita ci sono state consulenze dell’accusa e della difesa con esiti opposti. L’ accusa è del parere che la ragazza sia  capace di intendere e volere,  mentre la difesa sostiene la sua  incapacità.

Tria ha voluto inoltre ricordare che il giudice per le indagini preliminari aveva rigettato la richiesta del  probatorio su questo argomento, ragion per cui ora saranno i giudici  a dover capire se  sia già opportuno disporla adesso o più avanti., rimettendo ad essi la decisione sulla perizia psichiatrica che spera venga  espletata già da subito.

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La pm Francesca Arienti non si è opposta alla richiesta, suggerendo  ai giudici di aspettare almeno una parte di istruttoria. In proposito, l’avvocato difensore della 21enne  ha detto: “Non c’è nulla nella storia di Chiara Petrolini che possa anche solo insinuare il dubbio di una patologia psichiatrica”,  chiedendo  di indagare la mente dell’imputata,  in modo da rispondere alla domanda cruciale, che è la seguente: come è possibile pensare che una persona abbia  tolto la vita per due volte, a distanza di un anno,  ai due figli neonati? 

Il legale ha ribadito: “Non c’è nulla nella cartella clinica dell’imputata di psichiatrico o psicologico”,  aggiungendo che i vari testimoni serviranno proprio a ricostruire   l’identità di questa ragazza che  i conoscenti descrivevano come  una  ragazza modello. La difesa ha ribattuto che lo psichiatra che l’ha seguita “fin da subito ha parlato di disturbo della personalità con stato dissociativo”.