Neonata rapita, solo ora si scopre quanto accaduto nel 2010 (2 / 2)

Il  sequestro della piccola Sofia,  avvenuto a Cosenza,  per mano di Rosa Vespa e suo marito, Aqua Moses, ha scosso il mondo della cronaca nera nazionale e mentre sono in cella, in attesa di stabilire la loro pena, spunta, alla memoria, un agghiacciante caso, verificatosi nel 2010, che all’epoca sconvolse l’Italia.

Basta leggerlo, documentarsi, per capire come esso sia quasi identico a quello di Cosenza.  Rosa Vespa, architetto 51enne, in orario visite, spacciandosi per infermiera, ha sequestrato la piccola Sofia dalla stanza in cui si trovava con la nonna paterna e   con la giovane madre.

Facendo un grosso salto indietro nel tempo, il 7 giugno di 15 anni faAnnarita Buonocore,  un’infermiera vera, di 42 anni,  entrò nell’ospedale di Nocera Inferiore,  portando via, con una scusa,  il piccolo Luca,  un neonato di appena quattro ore. Anche in quel caso il piccolo venne ritrovato poche ore dopo sano e salvo e la donna, che era rimasta veramente incinta  pochi mesi prima, aveva portato il bimbo a casa, dicendo alle due figlie rispettivamente di 20 e 12 anni,   di aver avuto il bimbo da una sua amica.

 

Annarita, che infermiera lo era per davvero, aveva sistemato il catetere e la flebo della mamma di Luca,  sequestrando il figlioletto senza alimentare alcun sospetto. Questo caso sconvolse l’Italia, proprio come lo sta facendo,  in queste ore, la storia del sequestro di Sofia.  La 42enne aveva detto al suo amante, da cui era rimasta incinta, ch  quel bambino era il loro bimbo venuto al mondo, non comunicandogli  invece dell’aborto spontaneo.

Non aveva avuto il coraggio di parlarne con l’ex,  un amministrativo dell’ospedale Cardarelli, in cui lei lavorava come infermiera, e che era sposato con un’altra donna. Lui stesso ha dichiarato di essere il padre. La mamma del piccolo Luca, all’epoca, perdonò Annarita, scrivendo:  «Mi spiace molto per questa persona, perché molto probabilmente non sta bene. Non la odio, non provo niente, anzi la perdono».