Roberta Bruzzone, ospite a Zona Bianca, ha analizzato il caso di Cosenza, dove Rosa Vespa, una donna di 51 anni, ha rapito una neonata dall’ospedale Sacro Cuore. Fingendo di essere incinta per nove mesi, Vespa ha ideato un piano dettagliato, travestendosi da infermiera per sottrarre la piccola Sofia e portarla a casa sua, dove l’ha vestita con abiti azzurri per inscenare la nascita di un maschietto.
La vicenda è stata interrotta grazie a un blitz della Polizia, ma restano molti punti ancora da chiarire. Gli investigatori ritengono che Vespa abbia agito autonomamente, ingannando amici, parenti e il marito Moses Omogo Chidiebere, che è stato scarcerato il 24 gennaio. Tuttavia, Roberta Bruzzone ha espresso dubbi sul fatto che il marito non fosse al corrente della verità.
Ha sottolineato che Sofia, essendo una bambina caucasica, difficilmente poteva essere nata da una coppia mista. “Questo è il passaggio che a me non torna, ha cambiato la bambina in macchina. In più è una bambina caucasica” ha detto la Bruzzone. Si è chiesta come il marito non abbia notato le discrepanze rispetto alle foto ricevute e al colore della pelle della bambina.
Secondo Bruzzone, alcuni dettagli del caso sono poco convincenti, come il fatto che Vespa abbia cambiato i vestiti della neonata in macchina e che il marito non abbia avuto alcun sospetto, nemmeno durante la presunta presentazione del “neonato” alla famiglia e agli amici.
Questi elementi, secondo la Bruzzone, meritano ulteriori approfondimenti per chiarire eventuali complicità o omissioni. Nonostante il successo del blitz che ha salvato la piccola Sofia, il caso di Rosa Vespa presenta ancora molte zone d’ombra. Le autorità stanno continuando le indagini per ricostruire l’intera vicenda e verificare eventuali responsabilità di chi, direttamente o indirettamente, potrebbe aver avuto un ruolo attivo.