Nel frattempo i meida si stanno interrogando sulle cifre, spaventose, che le assicurazioni saranno costrette a pagare dopo l’affondamento del Bayesian. Si parla di qualcosa come 530 milioni di euro.
Cifre enormi anche visto il calibro delle persone coinvolte. A Il Messaggero ha parlato in queste ore l’ispettore del Nucleo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco, Vincenzo Nardelli, che ha spiegato nel dettaglio le operazioni svolte da lui e dai colleghi a 50 metri di profondità per il recupero dei corpi.
Nardelli è sceso 4 volte sul posto in cui è affondato lo scavo. Ovviamente i sub sono scesi con le bombole e il tempo di permanenza sul fondale era di circa 20 minuti, in quell’arco di tempo i sub dovevano scendere, cercare e poi risalire dopo una decina di minuti per svolgere le manovre di decompressione previste dal protocollo.
“Nello specifico l’altro collega ispettore e io, abbiamo fatto una decompressione con una miscela iperossigenata e per questo siamo potuti restare più a lungo in immersione” – così ha spiegato Nardelli ai colleghi del Messaggero.
Nardelli ha spiegato che gli spazi all’interno dell’imbarcazione erano strettissimi e per questo hanno dovuto utilizzare una sagola, una corda sottilissima che permette di non perdere l’orientamento e di uscire con facilità dal relitto una volta entrati. Sono tante le circostanze che i sub dei Vigili del Fuoco hanno dovuto affrontare durante le operazioni.
“Mi porterò dietro per sempre le immagini degli oggetti sparsi dentro l’imbarcazione. Frammenti della vita a bordo. Ma soprattutto il fatto che all’improvviso si è interrotta la loro quotidianità ” – con questo pensiero ha concluso la sua intervista Vincenzo Nardelli.