Schettino, condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per il naufragio della Costa Concordia, è detenuto nel penitenziario di Rebibbia dal maggio 2017. Il naufragio, avvenuto il 13 gennaio 2012 al largo dell’Isola del Giglio, causò il decesso di 32 persone e centinaia di feriti.
Da tempo, i legali dell’ex comandante avevano avanzato una istanza di semilibertà, ma varie udienze erano state rinviate. La discussione prevista inizialmente per il 4 marzo era slittata all’8 aprile per il cambio del giudice relatore. Schettino, secondo la difesa, aveva maturato i requisiti per accedere al regime di semilibertà grazie alla buona condotta nel penitenziario e a un impiego nella digitalizzazione di documenti.
Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia, ha rinunciato alla richiesta di semilibertà. L’udienza per discutere la sua istanza era prevista per oggi, 8 aprile, davanti al tribunale di Sorveglianza di Roma, ma è stata annullata a seguito della sua decisione. A comunicarlo è stata l’avvocata Francesca Carnicelli, spiegando che sono emerse difficoltà legate alla proposta lavorativa che avrebbe dovuto sostenere la misura alternativa.
Tuttavia, alla vigilia dell’udienza, l’ex comandante ha scelto di rinunciare. “La decisione è stata presa direttamente da lui – ha dichiarato l’avvocata Carnicelli –. In futuro, se ci saranno nuovi presupposti, potremo ripresentare la richiesta”.
Schettino, comunque, potrà continuare a beneficiare di permessi premio per uscire temporaneamente dal penitenziario. Il caso Schettino continua a suscitare grande attenzione mediatica e opinione pubblica divisa, a oltre 12 anni dal dramma che segnò profondamente la storia della navigazione civile italiana.