Natisone, svelato il mistero: ecco perché i ragazzi non sono scappati durante la piena (2 / 2)

Le immagini di tre giovani abbracciati, fermi in mezzo alle acque in piena del fiume Natisone, hanno sconvolto chiunque le abbia viste. In un momento di estremo pericolo, perché Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Caslan Molnar non si sono mossi dalla spiaggia una volta che l’acqua ha iniziato a salire? Una risposta a questa domanda potrebbe essere trovata nelle reazioni innate del nostro cervello.

La psicologa e psicoterapeuta Antonella Contarino spiega che il “freezing” è un fenomeno di immobilizzazione come risposta a una situazione di pericolo. Quando il nostro cervello percepisce una minaccia alla nostra sicurezza e alla nostra vita, innesca una serie di reazioni istintive, tra cui la risposta “combatti o fuggi”. Tuttavia, esiste anche una terza risposta: quella di cadere in uno stato di “congelamento” momentaneo, che inibisce ogni pensiero o movimento.

Questo stato dissociativo permette al malcapitato di non “essere” nella situazione che sta vivendo. Questo fenomeno potrebbe essere applicabile alla reazione dei tre ragazzi intrappolati dalla piena del Natisone. Il fatto che tutti e tre abbiano reagito con lo stesso meccanismo rappresenta un elemento insolito, che potrebbe aver impedito loro di reagire e di aiutarsi reciprocamente.

LMolte paure, sia negli animali che negli uomini, sono dovute a meccanismi innati che producono risposte adattive di allarme e salvaguardia di fronte a specifici stimoli che indicano un pericolo. Durante un episodio di “freezing“, le persone possono provare sensazioni forti, che non sono in grado di affrontare, spaventose e inaspettate.

La paura, l’angoscia e il rispecchiamento delle stesse emozioni negli altri potrebbero averli fatti arrendere al destino. Questa reazione può durare da pochi secondi fino a 30 minuti. I sintomi più comuni del “freezing” includono alterazioni della respirazione, rallentamento del battito cardiaco e aumento della visione periferica.