Sotto la lente di ingrandimento della Procura della Repubblica di Udine ci sono soprattutto i soccorsi e la relativa catena. Per gli inquirenti sarebbero stati commessi errori imbarazzanti da parte dei soccorritori, in particolare durante le chiamate al centralino dei Vigili del Fuoco.
Come avevano già appurato le indagini Patrizia stessa ha fatto diverse chiamate ai Vigili del Fuoco. “Non abbiamo più tempo… non ce la facciamo più” – ha urlato Patrizia in alcuni audio trasmessi al Tg1 e che sono stati resi noti appunto dai genitori.
Ad oggi sono quattro le persone finite al centro dell’inchiesta, ovvero Andrea Lavia e i colleghi che erano in sala con lui, Enrico Signor e Luca Mauro. Al centro dell’inchiesta è finito anche Michele Nonino operatore della Sores la struttura operativa regionale che gestisce i soccorsi.
“Mia figlia era disperata, urlava, e l’hanno lasciata sola” – ha dichiarato la madre ai giornali nazionali. “Siamo bloccati, l’acqua è talmente alta che ci prende la corrente” – affermava Patrizia disperata poco prima che la corrente del fiume prendesse il sopravvento su di loro. “Beh signora bisogna che cerchiate di prendervi da qualche parte perché noi ci vuole un attimino, eh” – risponde a quel punto quasi spazientito Lavia.
In una delle tre chiamate che la ragazza effettua ai soccorritori la stessa viene lasciata in attesa per alcuni minuti fino a quando cade la linea. E in quel momento che i tre ragazzi probabilmente vengono spazzati via dalla forza dell’acqua. Su tutte queste circostanze adesso saranno gli inquirenti a fare chiarezza.