Natisone, la tremenda accusa dei familiari sull’accaduto (2 / 2)

Ieri pomeriggio, dopo 23 giorni di ricerche, il corpo di Cristian Molnar è stato ritrovato da una squadra di vigili del fuoco, specializzati  nel perlustrare i fiumi a piedi,  che  non si sono arresi e, sfidando il luogo impervio,  tediato dalle cattive condizioni meteo dei giorni addietro, son ritornati nella forra.

Proprio qui , in un punto difficile da accedere, a Premariacco, hanno notato qualcosa: era il corpo del povero Cristian che è rimasto intrappolato in una forra, coperto dal legname. Si è concluso così, nel peggiore dei modi, questo caso che ha tenuto tutti noi col fiato sospeso dal 31 maggio, giorno in cui la furia dell’acqua ha trascinato via questi tre giovani.

E a poche ore dal rinvenimento della salma, ci vengono in  mente le parole che  i familiari del 25enne romeno pronunciarono solo a inizio giugno, dopo che Patrizia e Bianca sono state ritrovate.

L’avvocato Gaetano Laghi, legale della famiglia di Cristian,  disse:  “Se i soccorsi fossero partiti tempestivamente, ovvero nel momento in cui la povera Patrizia li ha richiesti, oggi i ragazzi sarebbero vivi e a casa con i loro genitori“. Un’ accusa indubbiamente durissima, quella  lanciata dall’avvocato, che ha  aperto una miriade di interrogativi,  in particolare uno: i tre ragazzi dispersi si sarebbero potuti salvare se i soccorsi fossero stati tempestivi oppure avrebbero ugualmente trovato la morte?

Nessuno si sarebbe mai aspettato simili rilevazioni che oggi rimbombano nella mente, a poche ore dal macabro ritrovamento della salma di Molnar, che ha raggelato tutti gli italiani i quali hanno sperato, sino all’ultimo, in un finale diverso…finale che non c’è stato, poiché i giorni sono passati irreversibilmente.