Natisone, è successo durante le ricerche di Cristian (2 / 2)

Dopo circa 3 settimane da quell’immane tragedia, sono ormai ridotte al lumicino le speranze di ritrovare sano e salvo il povero Cristian Molnar. Era proprio il coraggioso 25enne a sorreggere con grande coraggio le due amiche, in preda al panico in quegli attimi interminabili in cui la piena del fiume saliva a ritmo irresistibile.

Dopo 30 minuti in cui si è atteso invano l’arrivo dei soccorritori, per i 3 ragazzi non c’è stato nulla da fare. Troppo forte la corrente per sperare di resistere così a lungo in quell’abbraccio divenuto simbolo del dramma che si è consumato in Friuli. Nonostante il vasto dispiegamento di attrezzatissime squadre di ricerca, sino ad ora non si è riusciti a raccogliere neppure un indizio del triste epilogo di Cristian Molnar.

Dopo aver trascorso qualche giorno sul posto per raccogliere notizie ed alimentare la speranza di ritrovarlo sano e salvo, la famiglia del ragazzo è rientrata in patria. Tuttavia, non smette chiede giustizia per quel figlio strappato troppo presto alla vita. In questi giorni, il loro legale ha dichiarato senza mezzi termini: “Se soccorsi in tempo sarebbero vivi“.

Spetterà ovviamente alla procura di Udine fare luce sui dettagli ancora ombrosi di questa triste vicenda. Si poteva fare effettivamente di più per salvare i 3 ragazzi? La giornata di domani, giovedì 20 giugno, rappresenterà un giorno cruciale per le indagini, in quanto verrà affidato l’incarico per l’analisi del telefono di Patrizia Cormos, che potrebbe fornire importanti indizi sull’accaduto.

Ma a suscitare grande scalpore in queste ore è un clamoroso aggiornamento dalle ricerche. Un soccorritore della Protezione civile è stato colpito da un masso mentre era al lavoro durante le ricerche. Stando alle ultime indiscrezioni, avrebbe riportato ben sette giorni di prognosi. Insieme a lui sono 45 i volontari in azione per setacciare la forra, ma del 25enne disperso ancora nessuna traccia.