Muore di infarto a 28 anni, la mamma accusa: "Era sana e sportiva, tutta colpa di quelle bevande…" (2 / 2)

Una madre che non ha più lacrime, che non si capacita.  Lori Barron, 63 anni, ha rilasciato una toccante intervista al  Kennedy News, ripercorrendo gli ultimi istanti di vita della figlia Katie che a soli 28 anni, è deceduta d’infarto.

L’ha vista crollare di botto ma si è lasciata andare ad una confessione, che ha suscitato fortissimo clamore. La donna ha il sospetto che dietro al decesso ci sia  il consumo eccessivo di caffeina ed eccitanti da parte della ragazza.

Proprio per questo ha deciso di avvertire tutti i genitori , raccomandando loro di tenere lontani i  propri figli dalla caffeina e dalle bevande energetiche. Katie amava lo sport, allenarsi, l’alimentazione pulita e non aveva problematiche di salute.   L’unico suo  problema era un’ansia assurda che, oggi, la madre riconduce ad un consumo eccessivo  di bevande energetiche. La ragazza è crollata a terra mentre era in compagnia dei suoi amici, i quali hanno pensato ad un infarto.

Quando li soccorritori, a bordo di un’ ambulanza,  la situazione era gravissima e dopo 10 giorni di coma farmacologico, la famiglia ha deciso di staccarle il supporto vitale. La donna, come peraltro riportato dall’autorevole New York Times, ha precisato: «I dottori hanno detto che queste cose accadono spesso a chi assume molti integratori pre-allenamento o bevande energetiche, ma non hanno voluto ufficialmente attribuire a questo fattore la causa della morte – ha detto la mamma -. Ma io so per certo che era questo il suo problema».

Sulla base di ultimissimi studi, l’assunzione di  a più di 400 milligrammi di caffeina al giorno, ossia di quattro tazzine di caffè,  aumenta il rischio di patologie cardiovascolari in persone altrimenti sane. Lori ha concluso il suo monito ai genitori così:  «Se non tenete i vostri figli lontani da questa roba  rischiate di rovinarvi la vita. Tutta la mia famiglia è stata colpita da questo. Fa male, può essere letale. Tenete d’occhio i vostri bambini. Io pensavo di averlo fatto».