Moussa, il ritrovamento da brividi dei carabinieri (2 / 2)

Durante l’interrogatorio di garanzia Moussa Sangare ha spiegato di non sapere perchè ha agito contro Sharon. Egli ha riferito che non appena ha visto la giovane ha cominciato ad avvicinarsi e poi l’ha colpita mentre lei imprecava di lasciarla stare.

I due non si conoscevano. Moussa ha anche un passato come rapper e infatti ha avuto anche una breve carriera musicale. Per lui sembrava che il successo stesse davvero arrivando ma poi le cose non sono andate come previsto e quindi è tornato alla sua vita fatta di stupefacenti e serate fuori da casa.

Ma è appunto quello che hanno trovato i carabinieri che lascia davvero senza parole. Nelle tasche dell’uomo infatti è stato trovato un biglietto che aveva dei riferimenti ad un altro caso di cronaca simile avvenuto sempre in Italia diversi anni fa, ovvero quello di un 42enne di origine nigeriana, Moses Ewere Osagie, che ha tolto la vita alla moglie in strada.

E proprio Moses come ricorda Fanpage era il nome con cui Moussa si faceva chiamare all’epoca della sua carriera musicale. Sangare ha spiegato che dopo aver tolto la vita a Sharon gli veniva da piangere ma nello stesso tempo si sentiva libero. Gli altri particolari sono ancora più assurdi.

“Pensavo: che roba. Sul divano ho sentito una specie di comfort. Il giorno dopo abbiamo fatto una grigliata con gli amici” – così ha confessato Sangare ai carabinieri. L’uomo non sembra pentirsi di quello fatto e come detto non sa spiegare neanche lui del perché ha deciso di togliere la vita a quella giovane ragazza.

“Mi ero liberato di un peso” – così ha detto inoltre Sangare descrivendo i momenti successivi ai fatti.