Morte piccola Diana, chi è il padre (che non sapeva di esserlo) (2 / 2)

Intanto, in queste ore, la Squadra Mobile di Milano sta indagando per cercare di individuare il padre della bimba. Gli agenti del vicequestore Marco Calì stanno analizzando attentamente tutte le chat trovate sul telefono della Pifferi. L’obiettivo è quello di cercare di individuare il padre biologico della piccola Diana. Scavando nella vita della donna, gli investigatori hanno ricostruito che era anche iscritta su diversi siti di incontri per conoscere sempre nuovi uomini. Probabilmente proprio tra questi potrebbe nascondersi l’uomo di cui è rimasta incinta.

Sappiamo, ovviamente, che non si tratta del 58enne di Leffe, suo nuovo compagno, quello da cui si era recata per 6 giorni, dicendo che Diana era al mare con la nonna e con la zia.  Chi è il padre della piccola, nata da una relazione clandestina di cui nessuno era a conoscenza? Un arduo compito al quale si dovrà dare al più presto una risposta.

La donna ha dichiarato agli investigatori di non sapere chi sia il padre di sua figlia e di essersi resa conto di essere incinta solo al settimo mese, oltre a raccontare di averla partorita nel bagno del compagno a Leffe. Forse Diana non era stata nemmeno registrata all’anagrafe e risulta, al momento, che non fosse segnalata ai Servizi Civili.

Ma cos’altro sappiamo di Alessia Pifferi? A 37 anni, aveva un matrimonio alle spalle, con un uomo dal quale si era separata 3 anni fa e che non è il padre di Diana. Il nuovo compagno, quello di Leffe, si chiama Mario D’Ambrosio e ha dichiarato di sapere che la bimba era al mare con la nonna e con la zia.

Stando alle prime ricostruzioni, Alessia diverse volte è tornata a Milano per accompagnare il compagno a lavoro ma mai e dico mai è passata a controllare se la figlia stesse bene. Da quanto si è appreso sinora, pare che la Pifferi non avesse problemi di droga ma si stanno eseguendo accertamenti per verificare eventuali problematiche psichiche.