Morte Diana, il compagno di Alessia Pifferi rompe il silenzio (2 / 2)

Mentre le indagini proseguono a ritmo serrato ed emergono le continue bugie che la Pifferi inventava nella sfera lavorativa e nel quotidiano, c’è chi ha deciso di rompere il silenzio. Si tratta del compagno 58enne di Alessia Pifferi, Mario Angelo D’Ambrosio.

L’uomo, secondo quanto dichiarato da Il Giorno, ha voluto fornire la sua versione dei fatti, davanti al pm. D’Ambrosio era convinto, fidandosi della sua compagna-assassina, che la piccola Diana stesse al mare assieme alla nonna materna e alla zia materna, fino a quando, al termine dei 6 giorni trascorsi con la Pifferi, ha ricevuto una chiamata da quest’ultima in cui gli comunicava di aver trovato Diana morta.

Stando alle sue dichiarazioni, non era il padre della bimba ma la loro storia d’amore sarebbe nata prima che Diana venisse alla luce. Solo quel giorno, avrebbe scoperto l’esistenza della bambina poiché la 37enne avrebbe nascosto a tutti di essere incinta.

Il Giorno riporta le parole della Pifferi al pm: “Ci siamo conosciuti nel luglio 2020. Da quel momento abbiamo iniziato a frequentarci assiduamente, cominciando una relazione fatta di alti e bassi, da agosto 2020 fino a gennaio 2021. Fino alla nascita di Diana, alla fine di gennaio, abbiamo convissuto tranquillamente a Leffe. Io e la bimba siamo rimaste in ospedale a Bergamo per quasi due mesi. Poi lui mi ha lasciata”

Mario Angelo D’Ambrosio, invece, ha fornito tutt’altra versione dei fatti… una versione che, a sentirla, fa venire i brividi. L’uomo ha dichiarato di non sapere che lei fosse incinta e di averlo scoperto il giorno in cui ha messo al mondo Diana. Nel corso della convivenza, aveva però avuto dei sospetti perché il ciclo non le veniva e la pancia cresceva.

Un rapporto apparentemente tranquillo prima di scoprire l’orrore che si nascondeva dietro la frequentazione. Il 58enne a volte si recava a Milano e con la Pifferi c’era anche la figlioletta, mentre altre volte, nel weekend , era l’assassina a spostarsi da lui a Leffe.

E la piccola, dove la lasciava? Sola, nel lettino da campeggio. Non certo con la sorella Viviana, né tantomeno con una babysitter della quale si era inventata persino il nome, Jasmine. Al suo compagno, Alessia Pifferi diceva che preferiva andarlo a trovare a Leffe senza portar con sé la figlia per poter finalmente respirare e sentirsi libera. L’uomo, solo dopo la telefonata in cui la 37enne gli comunicava della morte di Diana, ha capito l’immane tragedia in cui, suo malgrado, è stato tirato dentro.