Monossido, i sintomi (difficili da riconoscere) che ti salvano la vita (2 / 2)

L’accensione dei riscaldamenti pone gli italiani dinnanzi al pericolo monossido di carbonio che colpisce soprattutto le zone più fredde, quindi il Nord, non esulando, però, le zone insulari e il Sud, specie le abitazioni singole, indipendenti, con impianti non centralizzati che si usano poco.

Sono svariati coloro che utilizzano bracieri o stufe vecchie e ferme da tempo, specie nei periodi di vacanze natalizie, ignari dei potenziali pericoli sottesi ad loro impiego.  L’intossicazione da monossido di carbonio è difficile da riconoscere subito, difatti, proprio nel rimarcare questa difficoltà, gli esperti mettono in evidenza che questo gas è chiamato anche il “grande imitatore” in quanto i sintomi che dà “mimano” altre condizioni.

Quali sono i sintomi? Si va dalle gastroenteriti a una profonda stanchezza, passando per cefalea, nausea, vomito, dolori addominali, dolore toracico. Tra i segni p più gravi, invece, troviamo svenimento, convulsioni.

Per annotarli si può consultare la scheda sul sito web del centro antiveleni. Proprio per evitare che la situazione sfugga di mano, la prevenzione è d’obbligo, attraverso l’impiego di rilevatori di monossido carbonio, che si trovano facilmente online e che vanno portati con se’ nel momento in cui ci si accinge ad accendere riscaldamenti che, da parecchio tempo, non si usano, proprio per scongiurare epiloghi drastici.

Questi dispositivi possono salvare la vita a intere famiglie, non dimentichiamocelo. Grazie ai nuovi impianti e alle caldaie installate all’esterno, il pericolo di episodi di avvelenamento da monossido dovrebbe diminuire e la speranza è che anche i decessi possano attenuarsi. Gli esperti consigliano di non chiudere mai le aperture nei pressi  di cucine con fornelli a gas, specie dove c’è una stufa, un camino o una caldaia dentro casa, in quanto esse sono preziose per far entrare ossigeno e far sì che non si formi monossido di carbonio.