Monia Bortolotti, cosa ha scritto sui social prima di essere stata accusata di aver tolto la vita ai figli (2 / 2)

Monia Bortolotti, la mamma 27enne finita in manette ieri mattina, sabato 4 novembre, aveva scritto dei post sui social che alla luce di quanto è accaduto, suonano come una difesa preventiva e il loro contenuto, che riprendiamo da leggo.it, è a dir poco raggelante se rapportato al fatto che ora, su di lei, pende la peggiore delle accuse, quella di aver tolto di mezzo i suoi figlioletti, non riuscendo a placare il loro pianto. Nel gruppo Facebook dedicato alla Sids, in particolare, la donna ha scritto diversi post, pubblicando degli scatti in cui tiene in braccio Alice e Mattia.

Nell’ultimo post, datato 13 ottobre, come riportato da leggo.it, ha scritto: “E la Procura incolpa me, come se tutta questa tragedia fosse voluta, cercata. A nessuno importa che i miei bimbi fossero seguiti e tenuti come fiorellini, perfetti. A nessuno importa come io cercassi disperatamente di essere la mamma che non ho mai avuto”. 

Tempo addietro, il 3 agosto, aveva pubblicato una foto in cui tiene in braccio Mattia e Alice, corredandola da queste parole: “Il giorno e notte continuo a chiedermi come sia successo e se sia davvero possibile sopravvivere a questo dolore, perché i bimbi non dovrebbero stare da nessuna parte, se non tra le braccia di mamma e papà”. 

Il 20 agosto, invece, la Bortolotti ha messo nero su bianco queste parole: “Care mamme e cari papà, ho perso la mia prima bimba in culla, soffocata da un rigurgito. La colpa è mia, per averla messa a dormire di lato sui suoi cuscinotti tanto morbidi. E il secondo, nato l’anno successivo, andatosene molto probabilmente schiacciato da me mentre mi sono addormentata allattandolo. Al mio risveglio era ancora vivo, ma per poco. La colpa è ancora mia perché, per evitare la stessa avvenuta alla sorellina, lo tenevo in braccio giorno e notte, camuffando le mie paure per non disturbare nessuno”.

In tutti questi post è evidente che la mamma 27enne si assuma le colpe ma descriva l’accaduto come un tremendo scherzo del destino, come fatalità, non come realmente sono andate le cose, dal momento che ai piccoli è stata lei, secondo chi indaga, a togliere la vita.