Milioni di famiglie italiane aspettavano solo questo: ecco come risparmiare sulle bollette (2 / 2)

Secondo un’indagine effettuata dai consulenti esperti dell’Unione Nazionale dei Consumatori, c’è un modo oggi per risparmiare sensibilmente sui costi della luce: passare al mercato libero. Tuttavia è fondamentale allo stesso tempo attivarsi per cercare l’offerta che si adatta meglio alle proprie esigenze di consumo, solo così sarà possibile beneficiare di un bel risparmio.

A differenza del mercato tutelato, in quello libero il prezzo pagato è contrattato con l’azienda fornitrice e può essere fisso oppure variabile, a seconda che sia o meno legato all’andamento di un indice, solitamente il Pun, Prezzo unitario nazionale sulla Borsa elettrica. Per valutare se conviene passare al mercato libero occorre considerare le due voci che compongono la bolletta: spese per l’energia, cioè la quota energia espressa in kilowattora e la quota di commercializzazione fissa.

Quest’ultima componente, come spiega l’Unione Nazionale Consumatori, è spesso celata dai venditori: “...molti non ti indicano la quota se non gliela chiedi, ma si limitano a dire che ti faranno il 10% di sconto sulla materia prima senza specificare quanto costa la quota di commercializzazione (che è fissa) nella loro offerta, che se è alta si mangia lo sconto“.

Se per quanto quanto riguarda il gas non si riscontrano grandi differenze tra mercato tutelato e libero, per l’energia elettrica, secondo quanto riporta Facile.it, il risparmio può raggiungere anche il 21%. Il managing director utilities di Facile.it, Mario Rasimelli, spiega perchè conviene cambiare regime: “La fine del mercato tutelato per la luce è stata rinviata al 2024 ma il consiglio è di valutare sin da oggi il passaggio al mercato libero che, grazie al calo del prezzo dell’energia, offre ai consumatori prodotti a prezzo variabile che possono far risparmiare fino al 10,5% rispetto al regime di tutela”.

L’aspetto chiave che ci orienta a ritenere più conveniente il passaggio al mercato libero è soprattutto il costo della materia prima, decisamente più alto nel regime tutelato nel trimestre in corso rispetto al prezzo stabilito dal Pun che, come detto in precedenza, equivale al cosiddetto ‘Prezzo unico nazionale’.