Mihajlovic, il medico che lo ha tenuto in cura per 3 anni rompe il silenzio (2 / 2)

Ma come ha scoperto di avere la leucemia mieloide acuta? E’ successo a luglio, anno 2019, nella sede di Casteldebole, il centro di allenamento del Bologna. Sinisa Mihajlovic qualche giorno prima, quando era ancora in vacanza in Sardegna, ha sentito un dolore all’adduttore, aveva dato la colpa al padel, agli allenamenti tosti a cui si sottoponeva anche a 50 anni, pensava a un’infiammazione.

I medici del Bologna hanno insistito perché facesse degli approfondimenti, fino all’agghiacciante diagnosi di leucemia. Come rispose Sinisa? “Ma con questa leucemia si vive o si muore?”, desiderando arrivare dritto al punto. Con questa leucemia, ieri, Sinisa Mihajlovic è morto.

Un commento sulla morte di Sinisa Mihajlovic lo ha lasciato anche la dottoressa che lo ha tenuto in cura per tutti i tre anni della sua malattia al Sant’Orsola di Bologna, la dottoressa Bonifazi, che ha dichiarato: “È stato un guerriero che ha lottato fino alla fine. Ha avuto il coraggio di affrontare la vita che amava sopra ogni cosa, nonostante una malattia che non conosceva. Si è affidato ai medici e ha avuto il coraggio di lottare”.

Ha poi proseguito dicendo: Sinisa ha dato molto coraggio anche agli altri pazienti che hanno provato un senso di comunanza nel vedere come ha affrontato la malattia e anche la recidiva”, per poi concludere: “(Mihajlovic) era una persona con valori molto profondi. Non ha amato solo il calcio, che è stato il suo brodo primordiale, ma anche la sua famiglia che lo ha sempre sostenuto in modo coerente e costante”.

Parole forti che ci fanno capire la tenacia di quest’uomo nel voler restare attaccato alla vita; quella vita che gli ha dato tanto e che, in men che non si dica, lo ha strappato dagli affetti più cari. Un dolore troppo forte, quello della sua dipartita perché quando si parla di lui tutti sono d’accordo. Non c’è nessuno che possa dire il contrario, in quanto il suo è un talento straordinario, incommensurabile, encomiabile.