Michele Misseri, la confessione a pochi giorni dall’uscita della casa circondariale (2 / 2)

Cappellino da contadino,  carnagione abbronzata dal sole cocente, aria da indifeso. Questa è l’immagine che  Michele Misseri ha sempre mostrato alle telecamere, negli anni bui in cui il suo nome veniva accostato ad uno dei peggiori reati d’Italia quello in cui è stata tolta la vita alla povera Sarah Scazzi. Di tempo ne è passato ed  entro fine febbraio dovrebbe uscire dal penitenziario di Lecce, dove sta scontando la condanna per occultamento del corpo della nipote.

Il contadino più tristemente famoso d’Italia, dovrebbe finire di scontare la pena a otto anni che gli era stata comminata. La conferma del suo ritorno in libertà prima della fine di febbraio è stata data proprio dal suo legale, ” l’avvocato Luca Latanza. Michele Misseri, dunque, tornerà libero e questo sia per la buona condotta adottata dallo stesso in penitenziario, sia per la legge svuota carceri.

Misseri, lo ricordiamo, avrebbe dovuto lasciarsi alle spalle la detenzione nel 2025, ma ha avuto uno sconto di un anno, perché si sono aggiunte, dalla sua parte, le condizioni precarie della reclusione, su cui ha fatto leva il suo avvocato nel 2022.

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Apprendiamo che Misseri, durante il periodo di detenzione, ha ottenuto la licenza media, lamentandosi delle condizioni di reclusione nella casa circondariale, con pochissimo spazio a disposizione per ciascun detenuto, senza acqua calda nei bagni né  doccia presente.

Va precisato che fu lo stesso contadino di Avetrana a confessare al pm Mariano Buccoliero di aver tolto la vita alla   nipote Sarah Scazzi, indicando il luogo esatto in cui aveva occultato il corpo della povera nipote, in una cisterna interrata situata in contrada Mosca, nelle campagne di Avetrana  Solo nove giorni dopo, ritrattò le sue parole, dicendo che era stata la figlia Sabrina a togliere la vita alla cugina, sino ad una nuova versione in cui si riaddossava la colpa del reato.  Ad oggi Sabrina e sua madre Cosima, moglie di Michele, sono ritenute le colpevoli e stanno scontando l’ergastolo.