Mette un AirTag per vedere dove finisce la plastica: cosa scopre (2 / 2)

Secondo quanto riferiscono i media internazionali una donna degli Stati Uniti d’America ha voluto vedere di persona dove finisse la plastica e se veramente quest’ultima venisse riciclata correttamente. Quello che si è scoperto è stato molto importante.

Brandy Deason è una attivista ambientale residente a Houston, in Texas, e nutriva dei dubbi sul fatto che la plastica venisse riciclata in maniera corretta, almeno nella sua zona. Houston è una metropoli e si producono tonnellate di di riufiuti ogni giorni, nell’ordine delle centinaia.

Per verificare che le ditte incaricate del riciclaggio dei rifiuti eseguissero correttamente le procedure di riciclo in ogni sacchetto di rifiuti contenente plastica ha inserito un AirTag che tracciava la posizione in tempo reale della spazzatura da lui prodotta. Si è scoperto che veniva portata ad un deposito a circa 32 chilometri da Houston.

La preoccupazione di Deason derivava dal nuovo programma di “riciclaggio chimico” promosso dal comune di Houston per riciclare appunto rifiuti pericolosi come lo Styrofoam. L’impianto dove veniva portata la spazzatura si è scoperto non essere completamente attrezzato per il riciclaggio di questi rifiuti, e anche se ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione i rifiuti sono rimasti per molto tempo fermi nel deposito.

In totale su 12 sacchetti monitorati 9 hanno segnalato la loro posizione presso l’impianto Wright Waste Management appunto quello monitorato da Deason.

Questa notizia ci fa capire come sia molto difficile riciclare la plastica che è un prodotto appunto molto utilizzato nel mondo. Sicuramente comunque la ditta in questione prenderà dei provvedimenti anche perchè delle indagini giornalistiche locali hanno dimostrato effettivamente come Deason abbia ragione, e i responsabili stessi del deposito hanno confermato che oltre 250 tonnellate di plastica sono state raccolte dalla fine del 2022, ma nessuna di queste è stata ancora riciclata.