Mentre la primavera continua a mostrare il suo volto più mutevole, i meteorologi lanciano già l’allarme: l’estate 2025 potrebbe essere una delle più torride degli ultimi decenni. Il quadro che emerge dai primi modelli previsionali è tutt’altro che rassicurante. Le proiezioni climatiche parlano chiaro: ci attende una stagione potenzialmente estrema.
Ci potrebbero essere lunghi periodi di siccità e ondate di calore tali da superare, per intensità e durata, quelle già record degli ultimi anni. Le mappe mostrano valori termici superiori alla media su quasi tutta l’Europa meridionale, con l’Italia tra le aree più colpite. Quello che i modelli previsionali iniziano a delineare non è una novità assoluta, ma la conferma di una tendenza ormai consolidata.
Le estati di oggi non assomigliano più a quelle di un tempo, dominate dall’alta pressione atlantica, che garantiva un equilibrio tra giornate calde e temporali rinfrescanti. Oggi a farla da padrone è l’anticiclone africano, capace di stabilirsi per settimane, bloccando perturbazioni e inibendo i temporali, anche in montagna.
Le conseguenze? Temperature che superano i 30°C già a giugno, per poi toccare picchi di 40°C e oltre a luglio e agosto. Le prime proiezioni per l’estate 2025 non lasciano spazio a dubbi: il Centro Europeo prevede anomalie termiche tra +0,5°C e +1°C rispetto alla media 1993-2016, con un’altissima probabilità (80-90%) di superare i valori stagionali, soprattutto al Nord e lungo il Tirreno.
Se la primavera stenta a decollare, l’estate potrebbe esplodere all’improvviso, regalandoci mesi di afa e siccità. Una sfida che richiederà adattamento, sia a livello individuale che collettivo, per mitigare gli effetti di un clima sempre più estremo.