Secondo quanto prevedono i modelli matematici del North American Multi-Model Ensemble (NMME) entro la fine del 2025 potrebbe innescarsi il fenomeni opposto al El Nino, ovvero La Nina. Si tratta rispettivamente del riscaldamento (Nino) e del raffreddamento (Nina) delle acque dell’oceano Pacifico. Queste ultime ad oggi risultato particolarmente calde.
L’arrivo de La Nina solitamente influenza il clima a livello mondiale in particolare sul Sud-Est asiatico e in Oceania ma anche negli Stati Uniti d’America e seppur in maniera minore anche in Europa. L’arrivo di La Nina porta solitamente temperature più fresche in quanto innesca la circolazione di masse d’aria umide.
Questo genera potenti tifoni nel Sud-Est asiatico e anche in parte dell’Oceania, provocando ad esempio una estate molto fresca in nazioni come l’Australia (quando nell’emisfero settentrionale è estate è inverno in quello meridionale e viceversa). Visto che le acque del Pacifico dovrebbero rimanere comunque al di sopra dei valori termici anche durante l’estate australe c’è la possibilità che La Nina non abbia le solite conseguenze anzi i suoi effetti potrebbero essere mitigati e questo comporterebbe una estate australe condita da fenomeni estremi ma comunque calda e in Europa un inverno insolito molto meno freddo del normale.
Nel nostro Paese le conseguenze apportate dalla Nina potrebbero essere diverse. Il quadro di riferimento è quello in Europa. Nel nostro Paese l’arrivo de La Nina tra fine 2025 e inizio 2026 potrebbe portare ad inverno non molto freddo ma comunque condito da abbondanti precipitazioni questo sempre a causa delle acque degli oceani, Mediterraneo incluso, che sono sempre molto più calde.
Vedremo insomma che cosa accadrà ma la possibilità anche con La Nina di avere un inverno mite non è poi così remota.