Alla guide del bus c’era il 40enne Alberto Rizzotto. L’uomo era originario di Conegliano, in provincia di Treviso, ma era residente a Tezze di Vazzola. Egli svolgeva la professione di autista da ben 7 anni e da tutti era conosciuto come un autista molto bravo nel suo lavoro ed esperto.
Rizzotto si era messo alla guida del bus 90 minuti prima, quindi sembra al momento da escludere che sul sinistro abbia inciso la stanchezza a causa del turno lavorativo.
“Dai primi rilievi non ci sono segni di frenata, il malore del conducente è un’ipotesi” – così ha detto il comandante della Polizia Locale di Venezia, Marco Agostini, tra i primi ad accorrere assieme ai suoi colleghi sul luogo del sinistro. Inizialmente, nei momenti comunque immediatamente successivi ai fatti, quando ancora non si aveva contezza del disastro, si era detto che il mezzo fosse a metano, ipotesi appunto smentita perché il bus era appunto elettrico.
Le telecamere di videosorveglianza installate nella zona hanno ripreso il momento del sinistro e si vede infatti il bus arrivare e poi rallentare. Poi il mezzo quasi si ferma e subito dopo il guardrail si rompe e il mezzo cade nel vuoto.
Ma in queste ore è emerso un altro dettaglio molto particolare. Rizzotto pare abbia scritto un post poco prima del sinistro, post social in cui aveva scritto “Shuttle to Venice”.
Quando si è saputo del sinistro alcuni amici hanno capito subito che quella era la linea percorsa da Alberto, e infatti questi ultimi hanno cominciato a mandare dei messaggi sotto al suo post. “Rispondi” e “Fatti sentire per favore” questi sono alcuni dei messaggi rimasti senza risposta.