Mestre, fuori la verità sul bus precipitato: cosa è emerso dalla perizia (2 / 2)

Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti vi è il possibile malore del conducente del bus, Alberto Rizzotto, ritenuto dai suoi colleghi come un autista esperto. La salma è stata assegnata per l’esame autoptico all’istituto di Medicina legale dell’Università di Padova, ma occorrerà del tempo prima di poter avere i primi risultati.

Risposte più immediate giungeranno, invece, dalle perizie effettuate sulla scatola nera del bus della società ‘La Linea‘, dalle riprese delle telecamere interne e dal cellulare dell’autista. Un altro elemento da tenere in considerazione è in quale stato si trovasse il guard rail del cavalcavia, contro cui il bus ha strisciato per decine di metri prima di capovolgersi.

Intanto, come riporta il Gazzettino.it, in merito alla dinamica del sinistro, emergono nuovi aggiornamenti. Inizialmente si riteneva che il bus sarebbe precipitato dopo essersi infilato in un varco nel guard rail, una ipotesi smentita dalle ultime evidenze tecniche.

La ricostruzione più verosimile è quella secondo cui, dopo aver strisciato per circa 50 metri contro il parapetto, il bus sarebbe salito sul cordolo con le ruote di destra, proseguendo la sua corsa sulla banchina sotto la quale sono agganciati i sottoservizi fin quando alcune listarelle in cemento armato che compongono il bordo del cavalcavia hanno ceduto.

Sarà anche fondamentale analizzare il bus, o ciò che ne resta, per appurare un possibile guasto. In merito, invece, allo stato di quel tratto di strada coinvolto dall’incidente, non si esclude che la pm Laura Cameli iscriva nel registro degli indagati i nomi di coloro che dovevano occuparsi della manutenzione.