Messina Denaro, la scoperta choc sulla figlia Lorenza (2 / 2)

Dagli appunti e dai diari rinvenuti nel primo covo di Campobello di Mazara, quello di vico San Vito/via Cb 3,1 in casa di Andrea Bonafede, emerge tutta l’impotenza del boss nei confronti della figlia che non ha riconosciuto. “Perché mia figlia è arrabbiata con me?”, si chiede Messina Denaro, evidentemente considerando inconcepibile che una giovane donna travolta dal destino crudele di avere un padre mafioso volesse avere una propria vita normale.

Non è la prima volta che il padrino di Castelvetrano metteva per iscritto di Lorenza. Il boss, infatti, già tempo addietro, nella prima metà degli anni Duemila, aveva affidato al carteggio con Tonino Vaccarino, alias Svetonio, ex sindaco di Castelvetrano infiltrato dai servizi segreti, in cui si firmava col nome di Alessio, le seguenti parole: “Non l’ho mai vista, non conoscere i propri figli è contro natura”. 

Lorenza Alagna, che in passato scriveva temi contro la mafia, è nata nel 1996 dalla relazione del boss mafioso con Francesca Alagna e ha preso il cognome della madre. Dalla stampa si apprende che oggi vive nel centro di Castelvetrano assieme al compagno e al figlioletto di diciotto mesi.

Durante l’infanzia, Lorenza ha vissuto in casa della nonna, per poi scegliere di andare via. I cronisti, subito dopo l’arresto del padre, si sono presentati a casa sua e lei, dall’uscio, ha tuonato: “Non voglio saperne niente”.  Lorenza è una donna che ha sempre desiderato essere lasciata in pace, oggi più che mai, a seguito della cattura dell’ingombrante padre, dopo trent’anni di latitanza.

Una scelta più che legittima, in quanto, sin dai tempi della scuola, sentiva il peso di quel nome, Messina Denaro, che sentiva nominare quando si parlava di mafia… lei che ha sempre parlato di legalità. Un padre che avrebbe voluto sentir vicino, come da lei stessa esternato sui social tempo fa, ma che per i reati di cui si è macchiato, non ha mai potuto avere accanto, fino a doverne fare a meno.