Franco Di Mare è stato ospite di Che tempo che fa sul Nove, programma di successo condotto da Fabio Fazio per presentare il suo nuovo libro Le parole per dirlo. La guerra fuori e dentro di noi. Il giornalista, storico conduttore di Unomattina e già direttore di Rai 3, è apparso davanti alle telecamere con un respiratore artificiale e ha svelato la sua patologia. Delle immagini inedite, sconcertanti, del grande professionista, che siamo sempre stati abituati a vedere in modo curato e impeccabile…. immagini che sono arrivate dritte al cuore di milioni di telespettatori.
Con un filo di voce, Di Mare, visibilmente provato, ha dichiarato: “Mi vedete qui con questi tubicini collegati a un respiratore automatico che mi permette di essere qui, nonostante io abbia preso un tumore molto cattivo, si prende perché si respirano particelle di amianto senza saperlo e una volta liberata nell’aria la fibra ha un tempo di conservazione di sé lunghissimo e quando si manifesta è troppo tardi. Dire che con questo finiscono le speranze non è vero, perché la scienza va sempre avanti”.
Anche al Corriere, solo poche ore prima, il giornalista e conduttore ha dichiarato testuali parole che riportiamo direttamente prendendole dal quotidiano in questione : “Ho una neoplasia che non lascia scampo – ha spiegato Di Mare -. Mi resta poco da vivere, quanto non lo so. Però non mollo. Confido nella ricerca”. Di Mare, in cura, sul respiratore cui è attaccato: “Lui ora è il mio polmone. Prima mi aiutava soltanto di notte. Da una decina di giorni invece non posso più staccarmi. Sono legato come gli astronauti. A guardarlo bene assomiglia a R2-D2, il robottino di guerre Stellari”.
Il mesotelioma è una neoplasia che nasce dalle cellule del mesotelio, una membrana fibrosa che riveste vari organi e strutture tra cui i polmoni e la parte interna della gabbia toracica (pleura), il cuore (pericardio), l’intestino (peritoneo) e i testicoli. Nell’intervista al Corriere della Sera, Di Mare ha spiegato che, nonostante l’impiego di amianto sia vietato in Italia dal 1992, il picco di incidenza non è ancora arrivato nel nostro Paese, in quanto il periodo di latenza tra il contatto con i fattori di rischio e la comparsa del va dai 20 ai 40 anni.
Ma quali sono i primi sintomi? Premettendo che nove pazienti su 10 inizialmente non li hanno, essi sono in genere dolore toracico, difficoltà respiratoria e tosse. Tra i più frequenti c’è la formazione di liquido pleurico nel torace. Come si cura? Grazie ai progressi della scienza, l’immunoterapia con pembrolizumab insieme a chemioterapia con platino e pemetrexed ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale, riducendo il rischio di decesso del 21%.