Sono trascorsi dodici anni da quando il cadavere di Melania Rea è stato rinvenuto nel bosco delle Casermette, a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo. La piccola figlioletta Vittoria era nel seggiolone, nell’auto, quando il padre, Parolisi, accoltellò a morte, con 32 fendenti, la povera Melania. Da quel maledetto giorno d’aprile esattamente il 18 aprile 2011, di tempo ne è è passato ma, in quella mattinata il destino di Vittoria fu deciso, in quanto rimase orfana della sua adorata mamma e senza il padre, recluso per scontare la massima pena legata al femminicidio della moglie. Ma cosa sappiamo oggi di Vittoria?
La bimba è cresciuta con i nonni materni e con lo zio Michele Rea. A Parolisi è stata tolta la patria potestà e oggi Vittoria, che ha 13 anni, non porta più da tre anni il cognome del padre. E’ Vittoria Rea, ha il cognome della madre che le è stata uccisa barbaramente. Come raccontato dallo stesso zio Michele, fratello di Melania, Vittoria non ha desiderato altro che togliersi di dosso il cognome ingombrante del padre assassino.
Non voleva avere il peso di quel cognome durante gli appelli scolastici.” Ora la bambina ha riacquistato la sua serenità e sente ancora più forte il legame con la famiglia della mamma dove vive e sta crescendo circondata dall’amore di tutti”, ha fatto sapere lo zio Michele Rea. Vittoria, che oggi ha 13 anni, vive con i nonni a Somma Vesuviana, comune natale di mamma Melania.
Da quasi due anni, la famiglia Rea è stata arricchita dalla nascita del figlio di Michele e Vittoria gli fa da sorella maggiore. Uno zio orgoglioso, Michele, che ha dichiarato: “Posso davvero dire che con lei stiamo tutti facendo un buon lavoro. È bravissima a scuola e ci dà tante soddisfazioni. E’ una ragazza determinata e forte, degna del nome che porta, Vittoria, e soprattutto, del cognome che si è scelta”.
Vittoria non vede il padre da anni e non sente più neppure la sua voce. L’ex caporal maggiore non potrà più nemmeno avere rapporti con la figlia. Il Tribunale napoletano ha reso immediatamente esecutiva la sospensione di qualsiasi incontro, visita, e/o rapporto telefonico, epistolare tra la bambina e il padre, una decisione presa sulla base dell’ “assoluta gravità dei comportamenti” e del fatto che “in assoluto disprezzo delle drammatiche conseguenze per la figlia, veniva dal Parolisi Salvatore uccisa la madre della minore con la bimba probabilmente in macchina, si spera addormentata”.