Medico di famiglia, tutte le nuove regole per il 2025 (2 / 2)

Il governo Meloni sta lavorando a una riforma che cambierà radicalmente il ruolo dei medici di base, trasformandoli da liberi professionisti a dipendenti del Servizio sanitario nazionale (SSN). Il progetto, sostenuto dal ministro della Salute Orazio Schillaci e dalle Regioni, mira a rendere il sistema più efficiente e accessibile.

La bozza della riforma prevede che i nuovi medici saranno assunti come dipendenti, mentre quelli già in servizio potranno scegliere se aderire al nuovo regime o restare liberi professionisti. I medici assunti dovranno garantire assistenza sia nei propri studi che nei nuovi presidi territoriali, con orari che copriranno la fascia 8:00-20:00 e includeranno servizi diagnostici avanzati. L’impegno settimanale sarà di 38 ore, superando l’attuale minimo di 5-15 ore in base al numero di pazienti seguiti.

Il tempo di lavoro sarà suddiviso tra assistenza diretta e programmazione sanitaria. Per chi ha fino a 400 assistiti, tutte le 38 ore saranno svolte nel distretto sanitario, con 6 ore dedicate ai pazienti. Per chi ha tra 401 e 1.000 assistiti, 12 ore saranno dedicate ai pazienti, mentre per chi ha tra 1.001 e 1.500 assistiti, il numero di ore dedicate ai pazienti salirà progressivamente fino a 24.

L’obiettivo è garantire una copertura sanitaria più capillare, sfruttando le 1.350 Case della Comunità finanziate con 2 miliardi di euro dal Pnrr e gli ambulatori pubblici delle Regioni. Questo permetterà ai cittadini di trovare un medico sempre disponibile nella fascia oraria 8:00-20:00, con accesso a esami diagnostici avanzati come elettrocardiogrammi, ecografie e spirometrie. Un’altra novità riguarda la formazione: attualmente, per diventare medico di base è necessario un corso triennale gestito dalle Regioni.

La riforma prevede di trasformarlo in una laurea specialistica di quattro anni, allineando il percorso formativo a quello dei medici ospedalieri. Questa riforma, secondo i promotori, renderà il sistema sanitario più efficiente e accessibile, rispondendo alle esigenze di un servizio sanitario sempre più sotto pressione.