Matteo Formenti, 37 anni, non era a bordo piscina, ma nel retro, intento a fare una riparazione, come gli aveva detto il titolare. Riguardo all’accaduto, si è espresso Claudio Mencacci, psichiatra e co presidente della Società italiana di i neuropsicofarmacologia (Sinpf) e direttore emerito di Psichiatria dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano.
Queste le sue dichiarazioni: «Il senso di colpa legato all’idea di aver compiuto un errore sul proprio lavoro con conseguenze come il decesso di un bambino può provocare un dolore profondo che tocca delle corde esistenziali e morali»
L’esperto si è così espresso in merito al presunto gesto estremo di Matteo Formenti. Solo ora è emerso che il bagnino non si trovava a bordo vasca, pronto ad assistere i bagnanti in difficoltà, nel momento in cui il bimbo è scivolato in acqua, ma si trovava nel retro, intento a controllare delle pompe d’acqua, come gli aveva detto di fare il titolare.
Un dato non da poco, questo, venuto fuori proprio in queste ore, nel corso delle indagini della procura di Brescia. m. Dopo il decesso di Michael, come spesso avviene in situazioni di questo tipo, gli utenti hanno iniziato a riversare sui social le loro teorie sull’accaduto , prendendo di mira proprio i bagnini.
Tutto questo è stato davvero troppo difficile da gestire, anzi insopportabile, per Matteo, che era già divorato dal senso di colpa e che si è sentito colpito sempre di più dalla furia degli utenti sui social. Come la zia materna ha dichiarato, il 37enne «Ha sofferto tanto sì per quel bambino, ma nessuno di noi poteva immaginare che facesse quello che ha fatto».