Matteo Messina Denaro, tutto quello che c’è da sapere sull’eredità (2 / 2)

Messina Denaro, e questo non è un mistero, amava il lusso frenato. Basti pensare che la bara in cui è stato chiuso il suo corpo costava 1.500 euro. Egli lascia in eredità due tipi di patrimonio: quello strettamente economico, formato da tutti gli investimenti che egli in vita ha fatto in provincia di Trapani, e quella mafiosa.

Per quanto riguarda la seconda il nome più gettonato come erede è quello di Francesco Guttadauro, figlio di Filippo, il quale si trova recluso in regime di 41bis  dopo aver scontato la pena per aver favorito la latitanza di Messina Denaro. Ma non solo: erede sarebbe anche la figlia,  Rosalia Messina Denaro, responsabile dell’arresto del fratello perché proprio in casa sua in via Alberto Mario a Castelvetrano i carabinieri trovarono il pizzino che descriveva la patologia di Matteo Messina.

Quasi tutti gli investimenti economici effettuati dal padrino di Cosa Nostra sono stati effettuati sotto prestanome, e anche se ad oggi è difficile quantificare con precisione a quanto ammonti il patrimonio, basti pensare che nel corso della caccia a Matteo Messina Denaro i carabinieri hanno sequestreto beni per oltre 4 miliardi di euro.

Secondo quanto ha ricordato il pm Gabriele Paci, “U Siccu” era anche un abile giocatore di poker, capace di bluffare su più tavoli sia nel gioco che nella vita reale. “Prima ha preso parte alle stragi, incarnando lo spirito di Riina e partecipando alla guerra contro lo Stato. Grazie a questo è diventato un mafioso di alto rango quando era ancora giovanissimo. Poi però, quando è stato il momento, ha lasciato perdere le stragi e si è messo a fare quello che diceva Provenzano, cioè la mafia degli affari. È diventato un uomo sommerso del quale si perdono le tracce per quasi 30 anni. E sicuramente, adesso si può dire, non credo che per 30 anni si sia fatto i selfie con gli infermieri” – così ha ricordato Paci.

Il padrino di Castelvetrano nel corso della sua vita ha effettuato anche investimenti in diverse attività commerciali, e soprattutto avrebbe fatto affari con le pale eoliche. Secondo il procuratore Paci proprio i misteri che Denaro si porta dietro sono tanti.

Toto Riina aveva infatti riferito che sia lui che Provenzano conoscessero i segreti del periodo stragista, me non solo. Il Fatto Quotidiano ricorda che Nino Giuffré, boss di Caccamo vicino a Bernardo Provenzano, ha raccontato che le carte di Riina portate via dal covo di via Bernini a Palermo dopo il suo arresto potrebbero essere finite proprio a Messina Denaro. E sullla vita del boss spunta anche un’altra ombra, quella della Massoneria. Secondo quanto afferma quotidianocontribuenti.com Matteo Messina Denaro nel corso degli anni aveva anche stretto rapporti con la Massoneria, così come suo padre. Il medico Alfonso Tumbarello, che secondo la Procura l’ha aiutato nella latitanza, era massone.