Matteo Messina Denaro, la richiesta è stata trovata nei pizzini (1 / 2)

Matteo Messina Denaro, la richiesta è stata trovata nei pizzini

Sono ore “forti”, quelle che stanno interessando l’ospedale San Salvatore de L’Aquila, nella cella del reparto per detenuti dove è ricoverato Matteo Messina Denaro, un boss che non ha certo bisogno di prestazioni, dal momento che è riuscito a sottrarsi alla giustizia per 30 lunghi anni, sino all’arresto, effettuato lo scorso 16 gennaio con un blitz dei carabinieri del Ros.

Sono stati loro a metterlo in manette, mentre si stava recando, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, presso la clinica palermitana La Maddalena. In men che non si dica, le immagini di quei momenti hanno fatto il giro di tutto il mondo, rappresentando, come titolano i principali quotidiani, la fine di un’epoca.

Senza ombra di dubbio, Messina Denaro, 61 anni, originario di Castelvetrano, non è un uomo qualunque e basta leggere sui libri di giurisprudenza o informarsi, per comprendere di cosa si sia macchiato nella sua vita… stragi, omicidi che hanno tinto di rosso la storia italiana, per decenni.

Il figlio di Francesco Messina Denaro o don Ciccio, come lo chiamavano i picciotti, in gioventù ha lavorato come fattore in alcune tenute agricole di Castelvetrano, stancandosi presto della sua vita agreste. Nel 1989 un giovanissimo Matteo aveva già una denuncia per associazione mafiosa, coinvolto nella faida tra il clan Accardo e Ingoglia di Partanna.

Questo è stato solo l’inizio della sua lunga ” carriera mafiosa”. Nei pizzini è stata trovata una richiesta ben precisa, riguardante proprio Messina Denaro. Vediamo insieme il suo contenuto, nella seconda pagina del nostro articolo.