Martina Patti, perché ha pugnalato la piccola Elena mentre era di spalle (2 / 2)

Intanto gli inquirenti al lavoro senza sosta, continuano a far emergere dettagli sconcertanti sull’uccisione di Elena. Interrogata dal GIP, Martina Patti, ribattezzata la mamma killer di Mascalucia, ha ammesso di non ricordare il momento esatto in cui ha colpito la figlia perché ero girata e non volevo guardare“.

Nell’ordinanza di convalida del fermo, la giudice per le indagini preliminari Daniela Monaco ha riferito che Martina ha inferto più colpi d’arma da punta e taglio alla piccola, che è stata vittima di una morte violenta, particolarmente cruenta e probabilmente lenta alla quale è anche verosimile ritenere che abbia, pur solo istintivamente, tentato di opporsi e sfuggire, aggiungendo: “Tutto induce a dedurre che la madre volesse uccidere e che il suo sia stato un gesto premeditato“.

La giudice è andata ben oltre, perchè dinnanzi ad un figlicidio non si può rimanere impassibili, evidenziando che l’uccisione un figlio in tenera età, e quindi indifeso, oltre ad integrare un gravissimo delitto, è un comportamento innaturale, ripugnante, eticamente immorale, riprovevole, disprezzabile e per nulla accettabile in alcun contesto.

Un indice di un istinto criminale spiccato e di elevato grado di pericolosità“. Parole decisamente forti, molto forti, quelle del gip, proferite anche alla luce del fatto che la donna, dopo aver ucciso la figlia, non ha mostrato segni di pentimento, inscenando. con estrema lucidità e senza ravvedimento, un rapimento da parte di un commando di 3 uomini incappucciati, di cui uno armato, all’uscita dall’asilo. Questo è il motivo primario per cui ritiene che, da persona lucida e calcolatrice, se non arrestata, potrebbe darsi alla fuga.

Intanto Alessandro, ex compagno di Martina e padre di Elena, ha rotto il silenzio, aggiungendo altre dichiarazioni. Il 24enne ha detto che “sua madre le aveva fatto vedere una mia foto insieme alla mia compagna”, compagna verso la quale Martina avrebbe provato una gelosia morbosa, al punto da uccidere la figlioletta per evitare che potesse affezionarsi a lei.