Nell’ ordinanza con cui il Gip del Tribunale di Napoli Nord, Stefania Amodeo, che ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in cella per Tucci, reo confesso del delitto di Martina Carbonaro , sono riportati dettagli agghiaccianti, utili a ricostruire gli ultimi istanti di vita della 14enne, uccisa e nascosta in un casolare dismesso di Afragola.
Martina sarebbe morta dopo lunghi minuti di sofferenza, ancora viva, mentre Alessio Tucci, la colpiva ripetutamente alla testa con una pietra e poi ne occultava il corpo. Smentendo parzialmente la prima versione fornita da Tucci, il quale aveva lasciato intendere che Martina fosse già deceduta quando ha coperto il suo corpo di detriti, il quadro emerso dall’ordinanza è davvero impressionante. Dopo la consulenza preliminare del medico legale, è venuto fuori che la 14enne, dopo almeno cinque colpi inferti da Tucci con la pietra, sarebbe rimasta agonizzante per diversi minuti.
Tucci, quindi, l’avrebbe nascosta ancora viva in un armadio del casolare in cui, un tempo, abitava il custode del campo sportivo “Moccia” di Afragola, per poi ricoprire la salma con pietre e pezzi di cemento. Il gip non ha dubbi sul fatto che Alessio abbia agito con un’allarmante e raccapricciante “tranquillità”, “capacità e lucidità.
Alla luce di questo, il giudice ritiene che sussista il pericolo che Tucci possa commettere nuovamente reati simili, e proprio per questo deve stare in cella. Alessio, all’inizio, ha provato a depistare le indagini, facendo ritrovare il portafoglio di Martina in strada per simulare una rapina finita male, e arrivando a collaborare alle ricerche della 14enne, assieme ai genitori.
Il 19enne è stato incastrato dalle telecamere di videosorveglianza che lo hanno catturato, assieme a Martina, diretti entrambi per il casolare abbandonato. A quel punto, ha ammesso di averle tolto la vita, mosso dalla rabbia per la fine della storia con lei e in quanto geloso delle presunte chat della ex fidanzata con altri ragazzi.