Martina Carbonaro, il padre rompe il silenzio: "Ero in macchina con lui" (2 / 2)

Era diventato ormai uno di famiglia: sedeva a tavola come un figlio, condivideva i pasti, i piccoli momenti quotidiani di una famiglia che l’aveva accolto. Nessuno avrebbe mai immaginato che dietro lo sguardo quieto di Alessio Tucci si celasse l’ombra del killer. E invece è stato proprio lui, 19 anni, a spezzare la vita di Martina Carbonaro, a chi diceva di amare.

La scomparsa di Martina non è solo un altro numero nelle statistiche dei femminicidi. È un grido che squarcia il silenzio di una comunità intera, una ferita che brucia in due genitori a cui è stato strappato tutto. E ora, davanti a un mazzo di fiori lasciato sull’asfalto, resta solo una richiesta che è anche un appello disperato, quella di ricevere giustizia.

A parlare oggi è Marcello Carbonaro, il padre della 14enne. Aveva scelto il silenzio nei giorni del ritrovamento, quando il dispiacere era troppo forte. Ma ora, di fronte a quel rudere, la sua voce si rompe. Era con lui proprio in macchina, al suo fianco, che recitava una parte.

Avevo in macchina il killer di mia figlia e non lo sapevo. L’ho portato al mare, ha mangiato con noi, ha dormito nella nostra casa. E poi le ha tolto la vita, come una bestia”. Con la testa sbatte contro le sbarre del cancello che chiude l’accesso a quel luogo maledetto. “Datemi giustizia per Martina”, urla. “Quello deve marcire in galera”. Il ricordo di quel giorno è inciso nella sua mente.

Quando Alessio disse: ‘Vado a farmi una doccia, mamma mi aspetta per cena’, ho capito. Non chiedetemi perché, ma ho sentito che era stato lui”. Martina era poco più che una bambina. Si divertiva sui social, realizzava video su TikTok con il suo ragazzo, ignara del pericolo che covava dietro la facciata. “Uccidendola, Alessio ha rovinato tutta la nostra famiglia”, ripete il padre.